30.6.05

Shake your heads*, dance yeah


Negli ultimi giorni ho saccheggiato Are You Familiar.
Alcune segnalazioni sparse di alcune cose sentite su quelle sponde:

The Empires – Lesbian Games
Shout Out Louds - The Comeback (Ratatat Remix)
Datarock – I Use To Dance With My Daddy (Kaptein Kaliber Remix)
Paper Cranes – I’ll Love You Till My Veins Explode

Bonus track (via You Ain’t No Picasso):
Architecture In Helsinki – It’s 5! (live)

*fine triplo senso

Lavori Conquista del mondo in corso



(Immagino che sia di cattivo gusto postare autoritratti al di fuori di un fotoblog ma morivo dalla voglia di mostrarvi i miei occhiali anti-laser da supergeniodelmale)

29.6.05

Il niente per il tutto


Il primo suono è un battito.

Quand’ero al liceo ho imparato la mappa delle figure retoriche, i nomi strani, la sineddoche, l’anafora e l’anacoluto. Ed ero segretamente attratto da questa cosa del niente per il tutto, ché è troppo facile lasciare intendere un concetto con una parte. E l’elettronica è così, è assenza che ti permette. Ripassati il concetto di lacuna se non ti intendi di semiconduttori.



Isolée è tedesco e non troppo fecondo. Forella zeri e uno e incide microsolchi per la Playhouse, che per capirci è la tautologica etichetta per cui forellano e incidono anche Riccardo Villalobos e John Tejada. We Are Monster esce a cinque anni di distanza dal suo ultimo lavoro, tanto che sospetto che il nome d’arte sia un soprannome frutto di autocoscienza. Il disco è stato accolto favorevolmente un po’ ovunque e non tanto per le sue potenzialità danzerecce, quanto per come suoni eventuali e frammenti minimi portano l’ascoltatore con la loro semplice intricatezza a isolarsi dal suono che ha intorno. Nell’ascolto si è insomma dibattuti tra il lasciarsi manipolare come un panetto di pongo e l’addentrarsi nella foresta glitt(ch)er dei giochi di specchi interni con cui microbi crescono a dismisura per amplificazione ottica.

Prendi Pictureloved, per esempio, ci sono tutte le persone amate attraverso le fotografie, ma non alla maniera di quando guardi una foto a quattro anni del tuo amore, no, alla maniera della distanza, del fatto che non conosci il soggetto della foto eppure sai che faresti di tutto per lui.
Schrapnell utilizza le sue melodie e i suoi materiali per sviare, perché quella non è una chitarra westernata, perché quelle che sono le uniche parti che ricordi del disco all’improvviso da ascendenti diventano discendenti e poi chitarre schitarrate. L’e poi che è la costanza del disco, un vrooom di motore che noncentraniente, un crescendo di beat creato con un’interferenza di telefonino, inutile perché introduce la fine di un pezzo, eppure perfetto.
Enrico sarebbe stato il mio capo se fossi stato un ricercatore. Enrico aveva la maglietta di Planet Rock ma era grigia e abbiamo parlato un sacco su un pullman per Amsterdam. Enrico è un campione vocale.
Quando leggo Mädchen ripenso alle colonne sonore dei film porno tedeschi anni '70 sulle studentesse di Gert Wilden e all’attrice di Twin Peaks, ripenso è il termine giusto visto che Mädchen Mit Hase ripensa Pictureloved. Ripenso debole. Puoi quasi prenderti il tuo aperitivo sopra questo disco ma ripensaci perché quando sei a un minuto e mezzo dalla fine potresti avere l’impressione che il finale è diverso dall’iniziale.
Technologic. Technologic. And acid, quando balli. Grande e piccola My Hi-matic sempre con lo stesso pezzo che si allarga, che respira in maniera così opposta a come inspira, a come si restringe. Il concetto di dance sulla spiaggia, quella spiaggia con i granelli che non ti si attaccano ai piedi. Zoom improvviso su un, singolo, granello che con colori di vetro diventa una mirrorball irregolare.

Vuoi la negazione delle note? Hai Do Re Mi. Troppo lungo, però, e inizia qui il lato B che abbassa il giudizio sul disco.
Vuoi un’altra faccia? Vuoi troppo. Perché la parte più interessante di Face B è nel come le vibrazioni basse si allargano in maniera controllata senza parare da nessuna parte.
E hai voglia a pro-nunciare il titolo di una canzone e a ri-petere l’ultima parola e poi a scan-dire le parole in dis-ordine e a intro-durre aggettivi possessivi, quando l’unico scopo è il boccheggio, il galleggio, in una boccia di vetro. Ingranditi da effetti ottici sbattiamo la testa sul vetro, o sulla finta plastica.
Today is the greatest, day you’ve ever known. Ritornano le chitarre in funzione a-ritmica e a-rmonica. Galaxy, galaxyyy. A-custiche. A-classica. B-cchieri, a-rmoniosi.
Poi Pillowtalk dovrebbe chiudere. Pillowtalk tuttoattaccatocome Pictureloved. Pillowtalk dei discorsi sul cuscino che durano dieci minuti netti e sono il regno della conseguenza antilogica, dell’associazione mentale a testa piegata, degli elementi che noncentranoniente col detto prima. Gli effetti deformano i frammenti di niente che compongono il tutto, li mandano avanti fuori tempo.



Rigidamente hausfolk e senza fronzoli, Noi Siamo Il Mostro è come un'incursione nella house dei Boards Of Canada, è come una serie di glitch che invece di finire in un disco della Morr Music o di infastidire il tuo analizzatore di stati vanno a fare le stelline in una dis(coas)trattoteca, è come un acido desossiribonucleico guardato al microscopio elettronico mentre si ricombina e balla. È a tratti il niente per il tutto.

Fake spots and fake discs (clutching fists)


Tanto rumore per la Nike che ruba una copertina della Dischord per una pubblicità, ma cosa sarebbe il mondo se la pubblicità fosse fatta attraverso copertine di dischi?





Giardinetti


L’interminabile tour italiano di Nedelle ha toccato giardini diurni e (qui) notturni con la sua lieve presenza. Accompagnata (qui) da uno strano freak fissato con le sue foto e con la sua maglietta, ci ha deliziati, mentre stavamo seduti accanto ad aiuole, illuminata dall’ardente citronella. Abbiamo anche ballato con lei, mentre agitava il suo polpaccio potente e il freak si muoveva sconclusionato. Ci sarebbe stata anche una foto qui sotto, ma è stata salvata (e basta).

27.6.05

Rebus (Top of the Indies)


Per verificare il buon funzionamento di Google Images vedremo cosa spunta come primo risultato per ognuna delle parole che vanno a comporre la locuzione
“Blog bella musica indie”


Blog


bella


musica


indie

Criptocitazioni: Punk…Not Dite!


Abbiamo avuto tutto, però quando si tratta di capitalismo, tutti hanno paura dell’armonica.
Scorri la biografia fino al 1977 per leggere la storia del finger-job.

Day One


Chi era al primo posto in classifica nel giorno della tua nascita (in UK e in USA). Nel mio caso la classifica inglese è disponibile solo per i primi giorni di Settembre e in testa c’era (come dico da sempre) Dancing Queen degli ABBA. Negli Stati Uniti altra roba da ballare, Play That Funky Music di Wild Cherry. Se vi interessa invece il ripescaggio dei primi dieci italiani, fate riferimento al vecchio blog.
(giusto per ricordare che il post col link inutile è un classico che da sempre ci contraddistingue)

24.6.05

Il paese reale


Leggevo una mail di Ian Parton dei Go Team che diceva testualmente “I don’t think anyone knows us there [in Italy, claro NdBR]” e stavo anche per rispondergli che non era vero. Poi a pranzo loschi figuri mi hanno chiesto chi sono i New Order.

L’inutile indispensabile


WFMU’s Beware of the Blog è il posto che vi serve se siete interessati a diventare scientologisti con la musica (di John Travolta e Frank Stallone), al disco più strano di Frank Sinatra o ai segnali strani di avviso per giapponesi.


Pericolo ladri auto


Eppoi siccome questo vuole restare un blog Hindie, ecco a voi uno spezzone dalla versione bollywoodiana di Superman. Qualcuno mi spiega cosa ci fa lì Franco Franchi?

Post col contagocce



(non è necessariamente vero, ma mi divertiva l'idea)

23.6.05

Daft Doggy Style



Filmati amatoriali di cani della Sony che ballano Technologic dei Daft Punk:
l’inno all’inutile tecnologico che ci circonda?

E mi pareva strano (op. cit.)


Tra le cose che perderò nelle prime due settimane d’agosto c’è, quasi sotto casa, l’Ypsigrock Festival: a Castelbuono saranno sul palco Micah P. Hinson, Ulan Bator e Bonnie “Prince” Billy con Matt Sweeney. Si rosica.

22.6.05

Un'estate intellistupida


Isolée: Schrapnell.
Ovvero quello che non è riuscito ai Lemon Jelly.
Se mi gira, mi dilungherò su We Are Monster.

21.6.05

Ambulance ULTD


Immaginiamo già il disco-battito spedito eppure anestetizzato dal caldo di Mr. Ambulance Driver* su autostrade infuocate e appena scorrevoli. Il nuovo pezzo dei Flaming Lips anticipa l’ancora lontana uscita di At War With The Mystics e sarà contenuto nella colonna sonora di The Wedding Crashers, ennesima colonna sonora che saccheggerà territori amati, avvalendosi di Spoon, Rilo Kiley, Bloc Party, Death Cab For Cutie.

*file ora su Yousendit.com

20.6.05

18/06/2005: A Life In The Day


Immaginavo che sarebbe stato così quel giorno. Sarei tornato sui miei passi di nove, già nove, anni fa. Non immaginavo la città, la strada, l’ora in cui sarebbe successo, ma sarebbe successo in un negozio di dischi. Sarei stato indeciso fino all’ultimo, ma poi avrei avuto una sorta di illuminazione. E così, mentre mi avvio verso la cassa con il mio rettangolino di plastica azzurra onetwothree sono certo che, in questo momento, io sono diventato adulto.



(e altrove
ellegi su Polaroid
Il 10 su Pitchfork)

"Just being in here is a humbling experience for me, because you're looking through all these records and it's sort of like a big pile of broken dreams...Whether you want to admit it or not, 10 years down the line you'll be in here. So keep that in mind when you start thinking like, 'I'm invincible and I'm the world's best,' or whatever. Because that's what all these cats thought."

E giusto per ricordare alcuni di quei sogni spezzati, ascoltate una delle più fornite liste di campionamenti presenti su Entroducing...: ci sono gli Osanna di Milano Calibro 9 ma ancora non si fa luce sul campionamento in italiano di What Does Your Soul Look Like Pt. 1.

16.6.05

Hey Cassetteboy!
Hey Cassettegirl!
Superstar CassetteDJ, Here We Go!


La mia risposta a Diggei Chiavetta è Diggei Cassetta.



Points And Loops


Immaginate un piccolo maxcar a otto bit che si sposta su uno sfondo a scorrimento a orizzontale. Questo sprite dal capello nuovamente corto si sposta in più continenti e citofona ai ragazzini in Inghilterra, Canada e Australia per chieder loro se vogliono giocare a calcetto di pomeriggio in Spagna.

Parlando di canadesi, proprio gli Stars hanno deciso di fare uscire un disco in cui tutte le tracce di Set Yourself On Fire verranno remixate dai loro amici canadesi Broken Social Scene, Junior Boys, Caribou, Dears e Metric.

In ritardo per un possibile titolo a sfondo referendario arrivano i Clap Your Hands Say Yeah. La tendenza confermata del sottobosco è avere nomi lunghi, con almeno un imperativo al loro interno.

(resisto alla tentazione di scrivere un post dal titolo Sono un uccello adesso e mi chiedo) Dato che l’Italia è quel che è, possiamo dire che Gennaro Cosmo Parlato, scoperto da Akille e Tom, è l’Entoni en de gionsons italiano? (sì lo so che è più simile a Max Raabe, ma come fastidio provocatomi siamo dalle parti antonie e come in quel caso la noia è punteggiata da eccezioni notevoli – in questo caso si tratta dell’intro e del melodramma antoniano de noantri di Comprami)

Iggy Pop & The Stooges live in Melpignano. I Liars live in Otranto. The National live in S. Cesario. E un bel The Fiery Furnaces live in Cerignola no?

Immaginate un piccolo maxcar a otto bit che si sposta su uno sfondo a scorrimento a orizzontale. Questo sprite dal capello nuovamente corto certe volte si distrae e crede di essere in un altro anno. È colpa della musica, a volte. Come quando si è accorto che, giocando, ogni tanto memorizza le città.

15.6.05

Perversioni: Il geek è il nuovo idraulico


(dove si considera scontato il fatto che voi sappiate cosa sia un tronista, cosa sia un geek e che sull’argomento non facciamo la minima ironia)

Inkiostro segnala come in America i tronisti lampado-muscolati siano stati sostituiti dai geek nei game showz di Mary Of Phillips. Le mie considerazioni seriose nei suoi commenti provengono dalla moltitudine di articoli su indie-yuppie e geek-chic letta negli ultimi giorni (ecco solo un esempio sul fenomeno geek-chic e uno sul fenomeno indie-yuppie). Tutto ciò mi diverte perché è come se all’improvviso il mondo simil-Teletubbies della comunità indie abbia contemporaneamente preso coscienza di sé e perso la sua innocenza. Che fine hanno fatto i nostri conigli? Insomma di come il giusto è diventato trooooppo giusto.

Centraniente ma sono finito per caso sul sito del commercio equo e solidale vipz e ho trovato foto a risoluzioni enormi di pop-star ricoperte di cibi vari. Se questa è la vostra forma di feticismo preferita, se volete tirare verdure sulle icone mainstream, se rimpiangete i tempi in cui Thom Yorke era ricoperto di melassa, se siete interessati a Damon Albarn con i semini di pomodoro che gli fanno diventare gli occhi rossi, a Gael Garcia Bernal nella bambagia o a un bukkake su Michael Stipe, questo è il posto per voi.

Ah, ho deciso che la colonna sonora di questo post è un inno geek sotterraneo, ovvero IMpossible di Figurine.

14.6.05

Short sleeve


Arriverò tardi, so che arriverò lì tardi e non farò in tempo per sentire lo scrittore mentre risponde a domande di rito e non avrò tempo per una domanda, ché tutti saranno già in fila. Si sa come vanno queste cose, gente che alle pagine ha attaccato pezzi della propria epidermide (non di più) starà in fila, per avere pezzi dell’epidermide dello scrittore o sue sbavature d’inchiostro o inaspettati complimenti per il proprio aspetto (non di più). Ma lo scrittore mi ha mostrato che le ossessioni sono belle e pericolose e che l’ossessione del singolo è un pretesto per parlare di Storia. O era (anche) viceversa. Insomma, io non ho mai avuto quest’ossessione della autografia su oggetto e non riesco a fingerla, motivo per cui se sono passato da quel posto è stato solo per costeggiare quella fila sornione, mentre scrutavo i titoli che ognuno portava in processione, con media di due e immancabile copertina verde. Sono arrivato in fondo a quella fila mentre tutti erano fermi e ho sbirciato se l’espressione dello scrittore tendeva più alla noia o al compiacimento. Potevo evitare la maglietta con gli scoiattoli, certo.

(O di quella volta che vidi Jonathan Coe a Bari)

Geneva is such a cold cold font


(avevo voglia di sprecare un titolo, dovremmo più spesso gettare alle ortiche i titoli che vengono in mente prima degli scritti)

Era solo questione di tempo. Eppure, per quanto la suoneria polifonica appiattisca, c'è ancora quella malinconia non (di)spiegata, che è la negazione del concetto di suoneria.

<a href="http://www.ringtones-direct.com/wma-poly/13135.wma"><img align="absbottom" alt="Listen to the Polyphonic Ringtone" border="0" src="http://www.ringtones-direct.com/graphics/listen3.gif"></a>

10.6.05

Mare, Profumo Di Mare


I Flaming Lips suoneranno in una crociera. In autunno una nave percorrerà in quattro giorni la tratta Los Angeles-Ensenada e tra i diversi gruppi che allieteranno i partecipanti, Coyne e soci presenteranno i nuovi pezzi da At War With The Mystics e, udite udite, suoneranno per intero nell'auditorium della sontuosa bagnarola il famigerato Zaireeka. E se farete i bravi cenerete con il capitano.




Finding My Edge


Banana Nutrament m-blogga tutti gli artisti nominati da James Murphy in Losing My Edge con tanto di quattro The Sonics, The Sonics, The Sonics, The Sonics. Imperdibile.

9.6.05

I Say Yeah, I-I Say Yeah


Ieri ho comprato un biglietto.
Venerdì notte dodici ore di pullman mi riporteranno nell'intorno della mia famiglia e del mio seggio elettorale.
Starò lì poco, giusto il tempo di quattro saluti, quattro granite, quattro segni su quattro schede.
Domenica sera ripartirò per altre dodici ore di pullman e il giorno dopo all'arrivo andrò direttamente al lavoro in attesa di quattro scelte.

Non siate irresponsabili, tornate anche voi a casa per i referendum!

Sciot mi daun(lodz) - Neu Welle Edition


Perché scarichi mezzo giga di new wave e post-punk tedesco se sai che non lo ascolterai mai?

1) Non si sa mai
2) Magari ti ritorna utile col cambio stagione
3) Hai appena scoperto che del mezzo giga di documentazione salvata quella utile era pari a tre kbyte e vuoi qualcosa che mantenga costante il livello di frammentazione del disco
4) È sempre piacevole essere uno tra i dieci che riescono a scaricare da un link a yousendit.com
5) Impari un tedesco retrò con costanti riferimenti al suicidio e all'oscurità
6) Citi Stumpf Ist Trumpf dei KFC alla collega che ti chiede dove prendi quelle magliette, salvo accorgerti che lei conosce il tedesco
7) Scateni l'entusiasmo della folla facendole ballare Wahre Arbeit, Wahrer Lohn dei Die Krupps
8) Ci fai un post

Pink Robots In A Coma


Sono un poco molto impegnato. Volevo scrivere un post per punti ma non ho avuto il tempo per raccogliere qualche altro link e scrivere due cose su 13&God dal vivo e su una visita eccellente in quel di Bari (no, non Ratzy).

Ad ogni modo, vi segnalo un enorme archivio delle cover di canzoni di Smiths e Morrissey contenente ben 560 versioni, per lo più dal vivo o da compilation tributo (via Copy, Right?). Io non riesco a sentire i file ma immagino che il problema sia mio.

Qualora vogliate invece mettere su per l’estate un karaoke sui generis, da Bedazzled trovate le basi di tutto Yoshimi Battles The Pink Robots dei Flaming Lips. Il secondo pensiero (dopo la voglia di cantarle a squarciagola sotto la doccia) è la tentazione di montare la voce di Beck nella versione acustica di Do You Realize? sulla versione del disco.

7.6.05

Ho otto anni (pop. cit.)


(ovvero l’angolo della demenza, ovvero il disco del mese)

Vi romperanno le palle con le Cocorosie. Non dico che il loro disco non sarà apprezzabile – non l’ho ancora sentito –, ma dovendo scegliere una stanza piena di giocattoli io scelgo i The Boy Least Likely To. Che è un gioco di parole su una canzone di Morrissey, ma non fateci caso, il loro sviluppo si è fermato ben prima che le angosce puberali si trasfigurassero nelle parole del ben noto ciuffo. Sono felice perché sono stupido dice Be Gentle With Me, canzone che apre il disco e la discoteca dei (pu)pazzi: provate a stare fermi nel miglior party di sempre mentre noi raccogliamo pesche dagli alberi di ciliegie. Se la campanellina che introduce la melodia iniziale vi ricorda qualcosa non stupitevi quando Fur Soft As Fur crescerà su un loop di California Girls: a volte al lavoro mi sento come una macchina dice il cantante e solo allora ci si rende conto che se da un lato la regressione è una forma di protezione, dall’altro è un modo per descrivere in maniera divertita, nonsense e spiazzante i tic dei grandi senza essere peraltro troppo infantili. No infantili, forse ingenui, certo dementi.

Perché è un tempo pieno di mostri prosegue il disco e quelli che amavamo stanno diventando mostri e stanno sposando mostri e metteranno al mondo piccoli mostri (Monsters è la dark wave e le sue strutture musicali spiegate alle elementari, o forse la sottile sensazione che quelli con cui siamo cresciuti si allontanano sempre più con le loro scelte da noi e dal loro passato, o dal nostro presente). Paper Cuts è Brian Wilson che scrive canzoni con i Rocking Horse, quelli della sigla originale di Candy Candy. Il tempo di bere una Panda Cola tiepida e ragni, ragni ovunque.

Ancora Rocking Horse per la canzone del treno sbuffante, I’m Glad I Hitched My Apple Wagon To Your Star: non diventeranno famosi ma sono felici e lontani dalle droghe. E life goes on bra. The Battle of The Boy Least Likely To è la ballata dolce del disco che precede la canzone dei bambini texani che tengono i fucili giocattolo sotto il cuscino (nel ritornello Damon Albarn a sette anni). Le armi e i piani di battaglia sono inutili a proteggerla da ciò che non si capisce e anche se non si vuole crescere, si deve crescere, dice la canzone dell’amica tigre (Calvin And Hobbes?). Tutto finisce nella maniera in cui inizia, e dio si prende cura delle piccole cose.

Signori, vi tratto da adulti ora. Sono due, sono di Manchester, sono prescindibili. Non riesco a fare a meno di loro. Procurateveli.



Ascolta as-so-lu-ta-men-te Be Gentle With Me

5.6.05

The Big Fat Kill


Partiamo da questo:


Ho visto Sin City e ne sono ammirato. Ho visto Sin City, nel senso che chi va al cinema a vedere il film Sin City, legge su schermo il fumetto Sin City. Vi ho segnalato qualche giorno fa gli albi completi in versione elettronica, ma qualcuno ha estratto delle immagini dai trailer ed ecco che il il perfetto parallelo tra cinema e strisce è bello e servito.

Sin City e l’idea di movimento dei personaggi e della camera nei fumetti. Non è un film d’azione nel senso classico del termine, né in quello che si ciba di effetti speciali o in quello con ritmiche patinate prese in prestito dai videoclip. Il movimento è insieme l’intuizione tra un disegno e l’altro e i tratti che indicano dinamicità. Le automobili e le traiettorie che hanno nel film sono un esempio di movimento in immagine statica.

Sin City è un film a basso costo in cui agli attori non è stata richiesta recitazione ma presenza. Nei ritagli di tempo con cachet ridotti stelle milionarie erano su un set totalmente verde, spesso senza il loro interlocutore davanti, per tempi non superiori alle due settimane. La sua monumentalità artificiale è fatta in casa e debitrice più alle scelte visuali che a quelle tecnologiche. Molto proviene dalle strisce esistenti, ma Rodriguez per pochi secondi azzecca ombre espressioniste oltre rispetto a quelle originarie. Tra il sovraccarico di particolari e il brivido astratto regalato da un’immagine monocromatica in negativo persino la quantità di oggetti segna l’esperienza visiva. E se non lo sapete il bastardo giallo recitava dipinto di blu per questioni cromatiche.

Sin City è perfetta trasposizione di un fumetto ma è anche veicolo per i classici giochi a incastro del cinema di Tarantino e soci. Il tempo e i personaggi si intrecciano, anche se le storie sono state girate per intero e nel DVD potranno essere viste nel loro scorrere originario. I particolari e i riferimenti si assommano al punto da sfuggire per la mole. L’ilarità suscitata per il divertente parallelo tra il personaggio di Alexis Bledel e quello che recita in Una Mamma Per Amica si alterna con il succedersi delle apparizioni degli autori (il disegnatore Frank Miller è il prete, Rodriguez e Tarantino figurano tra i frequentatori del bar). Frodo in versione Charlie Brown cannibale con All Star per salti da quattro metri è già l’evoluzione dell’indieblogger in perfetto indieserialkiller. Continuo ancora adesso a riconoscere personaggi irriconoscibili (da Mickey Rourke, la cui faccia abnorme è dovuta ai pugni presi da boxeur più che al trucco, al cardinale Rutger Hauer, benedetti siano i titoli di coda).

Sin City è un film che trent’anni fa vi avrebbero bollato come fascista. Mereghetti usa questo aggettivo oggi, ma non mi sento in colpa per essermi esaltato, per aver riso come poche volte mi è successo ultimamente al cinema. Pensate agli elementi alla base della visione di Miller, pensate al primitivismo tutto americano privo dell’approccio da epopea del west, nichilista e perduto, privo anche del romanticismo, foss’anche quello di una scena d’addio (“Dove vai sciocchino”). Un noir in decomposizione. Pensate alla misoginia delle donne tutte puttane dominatrici (con l’eccezione della cameriera e della ballerina da locale per soli uomini), alla vendetta, alla forza dell’irrazionale. Pensate al violento immaginario gotico-metropolitano e se non siete convinti pensate allo Shuriken del personaggio di Devon Aoki, a forma di svastica, eheh. Oh, so’ ironico eh.