30.1.09

Dancing About Architecture

L'entrata della Cosmic Disco di Lazise, Verona


Discotechnic - The Art & Architecture of Nightlife è nato solo da quattro giorni, ma già lo tengo tra i preferiti.

Settimo Cielo

Ehi! Ti è piaciuto tanto il mixone techno-house sulle mie ferie obbligatorie? Corri allora a sentire il mixone disco-house facilone ma non troppo sulla mia settimana corta. Smaltisci anche tu con noi il tuo monte ferie. In fondo ogni settimana corta è solo un weekend più lungo.

Settimana Corta (means Long Weekend Mix) - maxcar

Intro
Parage - Justus Köhncke [Kompakt]
Veronica’s Veil (Erol Alkan Extended Rework) – Fan Death [Phantasy Sound]
Of Moon, Birds and Monsters (Holy Ghost Remix) – MGMT [Columbia]
Walter Neff – Matias Aguayo [Kompakt]
I’m In Love With A German Film Star (Mark Reed’s Stuck In The 80s Mix) – Pet Shop Boys presents Sam Taylor Wood [Kompakt]
Breakfast In Heaven (Diskjokke Remix) – Lindstrøm [Feedelity]
Personal Angst – In Flagranti [Eskimo Records]
William’s Blood (Aeroplane Dub – Personal Angry Maxcar Short Edit) – Grace Jones [white label]
Opera Soap – Üstmamò [Virgin]
Goblin Think 1 – Margot [Margot Recods]
Minimal (Dj Koze Remix) – Matias Aguayo [Kompakt]
Leash Called Love (12 Inches Remix) – Sugarcubes [Elektra]
Superyou (Justus Köhncke Remix) – International Pony [Columbia]
Endorphinmachine – Erobique [Mirau]
Hello Tomorrow – Moody(man) [KDJ]



20.1.09

Vulture Club

Il liberismo ha i giorni contati e ne approfittiamo. Non sappiamo se avremo un futuro (come possiamo non averlo?) e sfruttiamo il Regno Unito e la sua crisi. La ster£ina è quasi come l’€uro, ti tirano dietro gli sconti e ridi di quelli che comprano su ebay roba usata pagandola più di quanto tu tiri fuori per il nuovo. Io per esempio ieri ho comprato un giocattolino con le manopole che è l’equivalente controller midi inutil-design plasticoso di un iPod nano. Non lo mostro in dettaglio solo perché ancora non mi regalano i gadget, ma altro che i vostri ukulele del cazzo. (Ok tranne il flying ukulele metal giallo di Spongebob). Io compro i gadget, ma se avessi avuto i soldi, avrei fatto il pensierino di comprare casa in Inghilterra: prezzi delle case –30%, moneta in calo di un altro 35%. Tanto come possiamo non tornare ad essere quelli che eravamo prima? Ogni discesa in borsa del 50% è un possibile raddoppio del capitale. Tanto come possiamo non tornare ad essere quelli che eravamo prima? Sempre che non si fallisca. Prima. Fate presto comunque, per i gadget, che tra un po’ la Regina stampa moneta e vi scordate la deflazione. (No, non ci credo che gli inglesi possano agganciare la sterlina all'euro)

14.1.09

Il paradosso del nonno

Henrik Schwarz, Dixon e Âme da queste parti sono tra i preferiti, con la loro musica (oltre l’)house. Su richiesta di un cd (mixato e non) nel quale ripercorrere le proprie influenze, hanno deciso con il prossimo The Grandfather Paradox di celebrare le loro radici minimali. Dove minimale non sta per techno minimale ma per quel modo di comporre che da Steve Reich, passando per il kraut, la new wave, Arthur Russell e tanti altri ha portato a Robert Hood e a Richie Hawtin. Letta la tracklist monta l’attesa e ci si barcamena tra classici conosciuti e intriganti nomi del quale si ignorava l’esistenza.

The Three Faces of Balal - Yusef Lateef
N.I.T.A. - Young Marble Giants

13.1.09

Roots Bloody Roots

In the words of Sylvester: reality was less "everybody is a star," and more "I who have nothing."

Un anno dopo Hercules & Love Affair, Anthony e Blind. Tutto intorno per l’ennesima volta ci si riempe la bocca con la parola house e a volte fatichi ad associare quel termine a quello che si sente. L’house, più di altri generi, ha sofferto nei tempi le brutture di chi l’ha cooptata e l’ha condotta verso popolarità sempre più improbabili fatte di vita, amore e felicità. Le disco-dive per il grande pubblico, il suono champagne per gli aperitivi provinciali, l’euro-demenza per sonorizzare gli autoscontri e le montagne russe, l’abitino afro-decontestualizzato oggi perché ogni due anni bisogna cambiare abitino alla cassa che rassicura il pubblico del daje e daje.

L’house però di suo è musica che è nata con un rapporto problematico nei confronti di vita, amore e felicità, musica di malinconica dis-integrazione sospesa tra ricerca di identità (nel gender, nelle radici, nella fuga dal quotidiano) e un divertimento che non cancellava tutti i problemi ma li cannibalizzava e se ne nutriva. Se poi guardiamo a New York il contesto era ben definito: crisi sessuali e di gender, prostituzione transgender, ormoni al mercato nero, dipendenza da alcol e droga, solitudine, razzismo, HIV, ACT-UP, il parco di Thompskin Square, la brutalità della polizia, lavoro sottopagato, disoccupazione e censura. Tutti a 120 beat al minuto .

DJ Sprinkles (alter ego per Terre Thaemlitz, veterano di quella scena) canta il blues decadente di quei giorni a 120 beat al minuto. La sua house originaria racconta tutto questo, sconfinando per bellezza nell’ambient pastorale delle piste da ballo svuotate e delle ferrovie che portano dalla provincia alla metropoli e nel fag-jazz ossessivo che nasconde dietro l’organico degli strumenti le sfumature più tecnologiche. Tra il tragico e il sublime, come quel volto in copertina che non sai se sia uomo o donna, se rida o se pianga.


Midtown 120 Intro - DJ Sprinkles
Ball'r (Madonna-Free Zone) - DJ Sprinkles

11.1.09

Videomusic



Marie Antoinette vs Elisa di Rivombrosa vs Uguccione vs Fantaghirò

Anima Mia dei Cugini di Campagna dal programma dell'anno Ciak si Canta.

Altrove Albano meets MGMT (ma il livello è altissimo per tutti)

9.1.09

Picchio Tel Aviv

Immolate Yourself è discontinuo. Ha delle tentazioni new wave che non capisci (tipo quelle del singolo e di Stay Away From Being Maybe, che ha il titolo bello e però ricicla il trattamento vocale usato per il remix di Apparat). Inizi folgorato e finisci interdetto. Però quell’unico flusso tra i tamburoni di Your Every Idol e la malinconica dichiarazione d’amore sepolta e arpeggiata di You Are The Worst Thing In The World resiste a quella tentazione che dicevi prima e ai pad troppo ossigenati. Però Mostly Translucent è una ballata per cervelli fritti dalla ketamina. Però The Birds rende l’ossessione della memoria con un perfetto staccato di batteria che segna il tempo e si fa crescendo come un dannato picchio sul cranio.

(I Telefon Tel Aviv hanno abbandonato il tric e trac al laptop con l’etichetta indm di Chicago Hefty in favore dell’amicizia con Apparat, della Bpitch Control di Ellen Allien e di un pop elettronico sempre più europeo, alla M83)


The Birds - Telefon Tel Aviv
(foto via tanti tumblr)

5.1.09

Gimme Five, all right!

Ogni giorno mi arrivano un centinaio di mega di mp3 nella casella della posta. Solitamente chi li invia non si prende minimamente la briga di controllare se possano in qualche modo rientrare nei miei interessi. Ormai non ascolto quasi più niente, perché fortunatamente tutti amano descriversi preventivamente con generi e gruppi di riferimento. Faccio uno strappo però per questa segnalazione di un gruppo di NY con una voce stile Brett Anderson più baritonale. Non li avrei indicati (e nemmeno sentiti, se per questo) se non fosse stato che si chiamano Padre Pio e uno dei loro pezzi si intitola High Fives (per la cronaca l'high five è quando si alza la mano e si batte il cinque).


High Fives - Padre Pio