14.6.05

Short sleeve


Arriverò tardi, so che arriverò lì tardi e non farò in tempo per sentire lo scrittore mentre risponde a domande di rito e non avrò tempo per una domanda, ché tutti saranno già in fila. Si sa come vanno queste cose, gente che alle pagine ha attaccato pezzi della propria epidermide (non di più) starà in fila, per avere pezzi dell’epidermide dello scrittore o sue sbavature d’inchiostro o inaspettati complimenti per il proprio aspetto (non di più). Ma lo scrittore mi ha mostrato che le ossessioni sono belle e pericolose e che l’ossessione del singolo è un pretesto per parlare di Storia. O era (anche) viceversa. Insomma, io non ho mai avuto quest’ossessione della autografia su oggetto e non riesco a fingerla, motivo per cui se sono passato da quel posto è stato solo per costeggiare quella fila sornione, mentre scrutavo i titoli che ognuno portava in processione, con media di due e immancabile copertina verde. Sono arrivato in fondo a quella fila mentre tutti erano fermi e ho sbirciato se l’espressione dello scrittore tendeva più alla noia o al compiacimento. Potevo evitare la maglietta con gli scoiattoli, certo.

(O di quella volta che vidi Jonathan Coe a Bari)

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