26.3.05

Dovevo dirti molte coseeeeee, cheeeeee


Un viaggio di dodici ore potrebbe spingere a familiarizzare coi vicini di chilometri, ma di solito rifuggo dalla possibilità e limito i miei contatti ai convenevoli dello scusi potrei passare, visto che in pullman preferisco il corridoio. Ciò non esclude l’osservazione dei tre che compongono la mia linea, quella del 13-14-io-16. Accanto a me la 16 è una Go Go Yubari cinese di dodici anni. Legge, nei pochi momenti in cui la luce delle aree di sosta e delle gallerie lo consentono, un libretto che è un fascicolo e ha un cuore stilizzato sulla copertina: è strano perché il libretto contiene solo ideogrammi, ma il trasporto e l’interesse sono quelli con cui si leggerebbero la pagina della posta di un Cioè o di un Top Girl. Go Go 16 scende a Catania, così come 13 e 14. Oltre il corridoio 13 e 14 sono una strana coppia di sconosciuti, nel senso che non li conosco e nel senso che non viaggiano insieme. 13 è molto anziano è ciò che dice è sconnesso dai suoi gesti: quando doveva abbandonare il pullman ha chiesto a 14 di spostarsi, ma solo perché voleva sgranchirsi le gambe. 14 sembra un trentenne ubriaco e forse lo è. Verso le quattro e mezza ha improvvisato un gospel smozzicato a metà tra l’agrigentino e l’inglese, ma nessuno ha protestato. Io al solito non dormo, ci riesco solo tra Villa San Giovanni e le sette di mattina. Non ho mai apprezzato gli Eels ma questa notte è Blinking Lights (For Me) [A tutti è presa questa mania del doppio. A tutti è presa questa mania dell’essere tristanzuoli. A tutti è presa questa mania della rivelazione. Ma questa canzone non è male, ed è breve a differenza del viaggio]

I turisti già camminano per le viuzze infossate del centro storico e giovani tedescofone si stupiscono al passaggio davanti al Conservatorio nascosto tra rovine e vicoli, o almeno lo faranno quando i giovani musicisti torneranno dalle vacanze.

Ho difficoltà di comunicazione coi parrucchieri. Non so come dire che taglio voglio (quand’ero bambino ho usato anche l’approccio con riferimento a persona famosa, vorrei i capelli come Angelo dei Ricchi e Poveri). La tattica adottata per superare questo problema è dare carta bianca la prima volta e chiedere il solito le volte successive: ho portato per anni tagli orribili per questo motivo. Attualmente mi sono affidato a un tizio di un centro estetico che sembra stilosissimo e frequentato da top model e costantini in nuce e che invece è più economico del barbiere del nonno, dove peraltro si sconta l’impossibilità di prenotare e la conseguente attesa fastidiosa riempita da discorsi su auto, autoradio e ricambi d’auto. Questa volta non volevo il solito, basta basette e soprattutto basta frangetta, taglio cortissimo: la mia capacità di convinzione è stata tale che l’accenno di basetta è al solito lezioso e la frangetta è stata approntata comunque e poi spettinata verso l’alto, con la scusa che i miei capelli sono facili da modellare.

Non ricordavo quanto fosse scomoda l’auto dei miei genitori (sarebbe un buon titolo per una vecchia canzone degli Arab Strap). L’auto non serve, non antiblocca e ha la feritoia della chiave dalla parte sbagliata. Ritorno con piacere però all’inventiva degli improvvisi zig-zag.

La processione del venerdì santo appare irregolarmente dalle traverse di Via Maqueda, meno affollata del solito.

Le passeggiate dei poco sopportabili ragazzi della “Palarmo Bane” in via Roma, nei pressi della chiesa anglicana Holy Cross, sono musicate dall’afrore di sfincione proveniente da chissà dove.

I soundsystem del centro storico sparano come al solito le ultime salve dell’onda sanremese. La canzone che dà il titolo al post è strana perché ha in sé qualcosa che mi piace, la batteria insistita e quelle chitarre che se non fossero state a San Remo avrebbero vissuto di strati, e qualcosa che me la butta giù, le parole e come si inerpicano in certi momenti sulle righe. Ho comprato una polo a righe, l’ultima della mia taglia. Ho trovato un paio di scarpe che mi piacevano, ed è un evento.

A Palermo le ragazze coi capelli rossi sono molte più del solito.

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