4.4.05

Una veranda nella notte


La domenica sera è un momento particolare per un concerto. Non ho ancora capito se apprezzo quando quella sensazione di pace e stanchezza accumulata nel weekend si mischia con un concerto che non comincia mai, come al solito da queste parti. Guardiamo per la nona volta l’orologio e si inizia, nel legno. Siamo tutti seduti, chi sugli sgabelli chi su panche adagiate al muro, tra tavoli troppo vicini e ringhiere marroni su cui appoggiare la testa, il mento sulle mani, gli occhi semichiusi non per il sonno ma per la tranquillità.

La musica dei Califone (o dei due dei Califone, uno dei quali è originario di Mola Di Bari) scorre sulle venature del legno che è tutto intorno, irregolare come i percorsi delle linee nere tra il marrone circostante. Non l’ascolterei su disco forse, non in questo momento, ma i residui di canzoni fatti di banjo e corde sfilacciate cullano la fine di un weekend perfetto senza cariare i denti, un attimo scostanti e quello dopo persi in carezze dove senti anche le unghie.

Nessun commento: