23.2.09
SIae O NO
MM1 citava la notizia a margine di Sanremo che vado a integrare con qualche particolare ulteriore. La Sony-BMG ha deciso di eliminare il bollino SIAE. Tutti i cd inviati nei negozi ne saranno privi e in più la Sony ha garantito in una circolare assistenza legale a tutti i negozianti che avranno problemi a seguito di controlli sui cd senza il contrassegno.
Il freddo sopra Berlino
(so che suona come un togli-cassa-metti-cassa, ma bisogna pur riprender(si) e questa settimana sarà campale (Loco Dice "Under 300" prima di un giorno lavorativo, Scuola Furano, The Mole in cinque giorni). Così favorite questo chiancone dettmaniaco oscuro come il nuovo e irreprensibile come un classico)
Minus 126 In Berlin - Do Not Resist The Beat
Minus 126 In Berlin - Do Not Resist The Beat
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18.2.09
14.2.09
I fratelli prosecco prograsso (Fat is sexy)
La settimana scorsa mi sono schiodato dal letargo. Tre mesi di allontamento dal clubbing, dieci dal clubbing cittadino sono stati interrotti in onore dei Wighnomy Brothers e delle loro famigerate maratone techno alcoliche dietro davanti sopra sotto alla console. Per avere un'idea eccoli all'opera quando me li sono persi qui più o meno un anno e mezzo fa con Robag Wruhme che fa jogging davanti a Raving, I'm Raving e Monkey Maffia che balla attorno ad un albero del lido. Gente umile e di panza, capace di tracannare intere bottiglie di vodka liscia e capace di set a oltranza che ti ripagano di tutti gli stitici da due ore contate.
I due entrano dentro a mezzanotte e mezza, più o meno un quarto d'ora prima dell'apertura porte e del mio ingresso, gironzolano e prestano attenzione al set di apertura con un aria pacata che non lascia intendere quello che succederà da lì a poco. Quando devono prendere possesso dei piatti, la prima azione di Robag è quella di mettere un bicchiere basso pieno di prosecco a girare al posto di un vinile. L'inizio è scuro e compresso, con un suono classico. Via via su quello scheletro si incrociano membra sempre più umane fatte di bassline alla Saunderson e rotondità funk di provenienza house. Io mi sento molto arruginito: non riconosco niente a parte Nina Simone con Sinnerman e a parte il vero dj tool dell'anno, ovvero il discorso dell'elezione di Obama (già usato anche dai due ragazzi in apertura). Monkey Maffia è scazzato perché uno dei monitor non va e perché dopo il primo cocktail che gli hanno servito hanno portato solo bottiglie di prosecco per Robag e si è dovuto adattare. Robag invece produce il meglio di sé ballando, scolando una bottiglia dopo l'altra e trovando usi alternativi alle cuffie. Tutti cercano di ravvivare la cassa rotta aggiustando fili o dando botte laterali e Robag trasforma questi gesti nel ballo del pugno al monitor o in quello dello schiaffo di vinile sul monitor.
Con giradischi e cdj, il loro mixato è sporco vecchia scuola, con i pezzi che entrano e riescono quando necessario. Forse mi sogno il basso slappato di Art Of Letting Go di Supermayer, ma via via che dalla terza bottiglia passano alla quarta i suoni si arrotondano e ammorbidiscono un po'. In un set da cinque ore sulla chiusura di Pimp Jackson partirebbero le ultime due ore prima bpitchkompattose e poi swingjazzorchestrali. Invece qui che al massimo toccheremo le tre ore e mezza, partono con le luci accese gli ultimi due pezzi: su un intro prolungato che sembra un edit di Windowlicker (ma mica era così lungo su disco?!) canto a squarciagola il wehaveallthetimeintheworld di Thom Yorke coi Modeselektor - io che canto una canzone di Thom Yorke, non mi si può vedere. Poi parte un pezzo kompaktosissimo (sono quasi sicuro che fosse Mariposa di Koze) e Robag fa di tutto: mette la quinta bottiglia sul giradischi - cadrà subito - e poi scende ad abbracciare uno a uno tutti i presenti. Vogliono suonare un ultimo disco ma per le sei devono chiudere tutto. Poteva essere Evan & Chan nel remix una-lacrima-sul-viso di Superpitcher, o W.E.E.K.E.N.D. di Arling and Cameron, Raving, I'm Raving o chissà cos'altro. Bisogna però far togliere quest'abitudine agli italiani che urlano "Ul-ti-mo, Ul-ti-mo".
I due entrano dentro a mezzanotte e mezza, più o meno un quarto d'ora prima dell'apertura porte e del mio ingresso, gironzolano e prestano attenzione al set di apertura con un aria pacata che non lascia intendere quello che succederà da lì a poco. Quando devono prendere possesso dei piatti, la prima azione di Robag è quella di mettere un bicchiere basso pieno di prosecco a girare al posto di un vinile. L'inizio è scuro e compresso, con un suono classico. Via via su quello scheletro si incrociano membra sempre più umane fatte di bassline alla Saunderson e rotondità funk di provenienza house. Io mi sento molto arruginito: non riconosco niente a parte Nina Simone con Sinnerman e a parte il vero dj tool dell'anno, ovvero il discorso dell'elezione di Obama (già usato anche dai due ragazzi in apertura). Monkey Maffia è scazzato perché uno dei monitor non va e perché dopo il primo cocktail che gli hanno servito hanno portato solo bottiglie di prosecco per Robag e si è dovuto adattare. Robag invece produce il meglio di sé ballando, scolando una bottiglia dopo l'altra e trovando usi alternativi alle cuffie. Tutti cercano di ravvivare la cassa rotta aggiustando fili o dando botte laterali e Robag trasforma questi gesti nel ballo del pugno al monitor o in quello dello schiaffo di vinile sul monitor.
Con giradischi e cdj, il loro mixato è sporco vecchia scuola, con i pezzi che entrano e riescono quando necessario. Forse mi sogno il basso slappato di Art Of Letting Go di Supermayer, ma via via che dalla terza bottiglia passano alla quarta i suoni si arrotondano e ammorbidiscono un po'. In un set da cinque ore sulla chiusura di Pimp Jackson partirebbero le ultime due ore prima bpitchkompattose e poi swingjazzorchestrali. Invece qui che al massimo toccheremo le tre ore e mezza, partono con le luci accese gli ultimi due pezzi: su un intro prolungato che sembra un edit di Windowlicker (ma mica era così lungo su disco?!) canto a squarciagola il wehaveallthetimeintheworld di Thom Yorke coi Modeselektor - io che canto una canzone di Thom Yorke, non mi si può vedere. Poi parte un pezzo kompaktosissimo (sono quasi sicuro che fosse Mariposa di Koze) e Robag fa di tutto: mette la quinta bottiglia sul giradischi - cadrà subito - e poi scende ad abbracciare uno a uno tutti i presenti. Vogliono suonare un ultimo disco ma per le sei devono chiudere tutto. Poteva essere Evan & Chan nel remix una-lacrima-sul-viso di Superpitcher, o W.E.E.K.E.N.D. di Arling and Cameron, Raving, I'm Raving o chissà cos'altro. Bisogna però far togliere quest'abitudine agli italiani che urlano "Ul-ti-mo, Ul-ti-mo".
The White Flash - Modeselektor feat. Thom Yorke
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