5.12.12

Bausteel (from Lycos till Dawn)

Gli amici Polpette mi segnalano che Chrome ha deciso di bloccare (chissà da quanto) l'accesso a questo blogghetto per la presenza di contenuti potenzialmente dannosi (no, non la musica ormai raramente condivisa, ma le immagini da Lycos del glorioso template). Per questo motivo tinteggio di bianco le pareti e ricomincio dall'alba.

26.11.12

Festival, io sento questa musica

Sabato dalle 9 alle 19, quattro film e un corto al Torino Film Festival XXX.

NO, Pablo Larrain [2012]
Chissà se Ricardo Villalobos alle dieci di mattina di una mite domenica berlinese ha mai fatto scivolare el jingle, Chile, Alegria ya viene. Nel 1988 in Cile la Cola locale ha una pubblicità fatta di band con batterie da settanta elementi e tastiere da dieci piani e mimi che appaiono a caso. Il pubblicitario della cola Free (ahora si, GG Bernal) viene coinvolto in un'impresa senza speranza: rovesciare Pinochet e oltre sedici anni di regime con quindici minuti al giorno in tv a disposizione per la campagna referendaria contro l'Augusto. La franja del no vuole puntare sulla memoria e sulle violenze perpetrate, ma il pubblicitario convince tutti a una campagna paninara incentrata sul LOL (cfr. Pisapia e ultimo referendum), sulle chitarre con l'harmonizer e sui mimi. Poi sappiamo tutti che Pinochet non faceva più comodo e i dittatori non si rovesciano solo con un voto, ma il racconto dolceamaro e tutto instagrammato da una fotografia abbagliata e drugapulca di una vittoria impossibile riscalda il cuore, nonostante il finale abbia una timida malinconia. Le grandi vittorie non risolvono i piccoli problemi personali, i propri grandi meriti alla fine faranno la fortuna di altri e non resta che sognare di essere Marty Mc Fly tra le strade di Santiago.


Inizialmente dovevamo passare a Eva Mendes e Kylie Minogue in Holy Motors, ma siccome nel weekend precedente avevamo già dato con le limousine (Cosmopolis, Miami Vice e Gainsbourg: Une Vie Heroique) optiamo per

Maniac, Franck Khalfoun [2012]
Qualche anno fa, ad un festival a Bari, ricordo un giovane Elijah Wood hooligan del West Ham insieme al fico inglese di Undeclared. Infimi livelli di credibilità. Sarà per questo che Khalfoun per il suo remake del classico slasher-gore anni ottanta trasforma l'italoributtante amico di Rocky in un allucinato figlio di madre allegra e sceglie una visione POV che ne ottimizza la resa. Maniac tenta dunque diverse metastrade di metahorror, divertendo anche (i bicchieri di vino rosso e le vasche da bagno femminili statunitensi), ma insperatamente riesce a trasportare i fan del meta verso le caviglie svasate e i fan dello smembro verso le romanticherie soleggiate sonorizzate sintpoppe come se fossimo in Drive. Menzione obbligatoria alla Suicide Girl che mette su il suo pezzo preferito: la musica su cui ballava Buffalo Bill ne Il Silenzio degli Innocenti. Il taglio di capelli è lo stesso.


Chained, Jennifer Lynch [2012]
Altro giro, altro serial killer. Jennifer Lynch esplora i suoi irrisolti légami familiari nell'ennesima teoria di mazzate/stupri/feminigidi (btw, tutti i film della giornata prevedevano almeno un colpo di bottiglia rotta al ventre). Siccome c'ho gli autori bravi, riassumo tutto in "una puntata lunga di Criminal Minds". Salva la baracca la somiglianza del coniglio con Julian Sands e una colonna sonora post-prateriota come il posto sperso dal quale parte il taxi (il pezzo qui sotto è degli autori della colonna sonora, ma non è nella colonna sonora).


Siccome non ho mai fumato, invece di Gipi che smette di fumare vediamo

Bobby Yeah, Robert Morgan [2011]
Venti minuti di Wallace & Gromit (quasi) in mano a Chris Cunningham e ad Aphex. Riusciresti a non premere un pulsante che ti spunta davanti? Gioia vera per ogni slap.


e

Wrong, Quentin Dupieux [2012]
Mr Oizo strappa risate e tenerezze con un apologo gioiosamente assurdo sull'amore per i cani e sull'insensatezza delle vostre scelte. Flat Eric è giochino del cane in una guest star memorabile. Astenersi seriosi e accigliati.

 
 
 

29.9.12

La vita è così diversa senza te

C'è un collega coetaneo che affascina sempre coi suoi ricordi di clubbing mainstream teenager anni novanta torinese. File under portarsi appresso un casco da moto anche se si arriva sul posto dalla periferia in autobus ('ho parcheggiato distante'). Vorrei ma non posso non è diventato potrei ma non voglio. Forse non sa nemmeno chi sia Ricardo Villalobos, ma ti conta a memoria le volte che il giovane Gabry Ponte ha aperto i set di GigiDag.

Villalobos pubblica per Perlon Dependent and happy, tre vinili o versione mixata su cd. Il lancio stampa sgombra il campo: la dipendenza non è da sostanze ma è la piacevole dipendenza dalla sistemazione, dalla famiglia, dalla sedentarietà. I lanci stampa sono teneri delle volte e la reazione può essere inflessibile: come?! mai più un Villalobos follettoinpredaatutto come alla Mostra del Cinema di Venezia? Dependent and happy però non è il progetto di un intrappolato in casa, in collaborazioni più accettabili (Loderbauer) e in una nostalgia del clubbing. Al contrario Ricardo concilia le esperienze di vita con equilibrio e come tale la dipendenza è la mancanza dei vicini e degli affetti quando si è lontani e i pezzi sono tracce fulcro dei djset degli ultimi anni, nuove variazioni e spettacoli come Das Leben Ist So Anders Ohne Dich dove la cassa che non c'è è il focolare e la freddezza post punk germanica è quella dei club dove tutti fanno i cuori con le mani e si scatenano le risse nelle retrovie. La vita è così diversa senza te.

C'è uno stagista under25 ammanicato che affascina sempre coi suoi ricordi di clubbing mainstream anni zero torinese. File under non vado al Timeuorp a Milano perché poi mi fanno male i piedi e lunedì devo andare in Phintlandia per la tesi. Potrei ma non voglio non è diventato vorrei ma non posso. Forse sa anche chi sia Ricardo Villalobos, ma non ha ancora sentito Dependent and happy.

18.9.12

It's been long, so so long to be here

Ci si sente adolescenti o forse si pensa di avere un m-blog a fremere per un rip preso da un mix sperduto di una delle cose più immaginate da queste parti e finalmente realizzate chissà perché, forse con la sola ragione che anche le parti in causa la desideravano. Koze prende It's Only di Herbert e Siciliano e chiude uno dei tanti cerchi che devono essere chiusi (l'intermezzo synth-rana è una chiara citazione di questa foto) e non si sa bene dove e come e se uscirà, forse su Pampa. Das leben ist so anders ohne dich, dice il poeta (e ne parleremo). Tic, tac.

26.8.12

I bei tempi luoghi

Se fai un disco di musica elettronica e arrischi certe melodie, fai un disco nostalgico. Ferraglia e ripetizioni ed è Futuro, due note in fila e ricordi con melanconia la cena coi professori prima dell'esame delle medie e prima delle nottimagicheinseguendoungol. L'equivoco incontro cui stanno andando certi recensori di Steam Days di Nathan Fake è che sia un disco su un tempo andato, quando è un disco su luoghi, in parte andati e in parte tra i piedi e in parte in cui forse non si è ancora stati. Seriamente, anche se siete cervelli in fuga, non state tre-quattro anni lontani da Neketona, voi e la vostra valigia di cartone. Così Steam Days più che un disco sui giorni passati, è un disco sul ritorno dell'altro ieri e quando il tempo è così poco, conta più lo spazio. Il lato destro e il lato sinistro di Paean. Però lo concedo, Necton oggi è meno sonnacchiosa.

5.7.12

Un po' mariachi, un po' muezzin


Nel Sole (Sono Nudo Mix) Teaser! by The Boy George
Dopo aver saltato il racconto del live di The Field, probabilmente anche il Traffic di quest'anno subirà simile sorte ("la Pellerina, vogliamo la Pellerina"). Prima di gettarsi nei saldi e nella settimana di vacanza a Cipro ("il paese che io amo, è lì che ho le mie radici"), giusto una segnalazione per quella che ormai sta diventando una roba ipnotizzante, da decine di ascolti in repeat: Boy George che su soundcloud posta cover acustiche di pezzi italiani anni sessanta. Dopo Umberto Bindi, è la volta di Al Bano e già spero nell'album.

3.6.12

Colpo grosso

Niente Primavera Sound quest'anno (detto da uno che non ci pensa minimamente di tornare). Niente sproloqui da matusa (apprezzante? disprezzante?) su Miss Maglietta Bagnata Primavera Grimes che qui si butta addosso l'acqua e nel video sotto sonorizza un pessimo spot di American Apparel. La cosa importante è che poco fa mi sono ballato in diretta in soggiorno il live dei Saint Etienne. La cosa grave è che lo streaming di ieri è visionabile (Cure? Naaa Death In Vegas), mentre quello dell'altro ieri con i Mazzy Star no.

22.5.12

Eraserhead

Si capisce che la voglia di scrivere è poca? Viene quasi di postare gli inediti del 2006 per mantenere in vita questi lidi (feat Tiziano, Erol, Daft, Beastie, Fade).
La partenza senza mai il ritorno,

22.2.12

Con le rughe a penzoloni (The Post Service)

Volevo fare della satira su chi ci casca. Cascarci in fondo è la base dell'amore, lo sanno bene gli inglesi. I cinici che non ci cascano sono antipatici, si sa. Il fatto è che sono cinico, ma non riesco ad essere antipatico. E allora davanti a quello che oggettivamente sono le facce di Erica Mou ho pensato, per tutti coloro che hanno amato le faccette e la canzone della vasca piena di lobi penzolanti di Sanremo della cantautrice salentina biscegliese, che non potevo essere cinico, cattivo e antipatico. E allora ho preparato un mashup indietronico scaricabile di quelli che vi sarebbero piaciuti nel 2003. Siamo pronti per il Festivalbar. Ah, non c'è più?

(This Is) The Dream Of Robag And Mou [Nella Vasca Della Dopa maxcar mashup] - Erica Wruhme by maxcar

19.2.12

Dalla cameretta al soggiorno (cantata sulla base di From disco to disco)

Venerdì sera ero distrutto. Avevo in programma di andare a sentire BNJM, ma le energie erano al minimo e finora non sono mai riuscito per un motivo o per un altro ad andare a qualcosa che si svolgesse all'Astoria. La botta di adrenalina mi aveva fatto cambiare idea, quando è uscito fuori che sarebbe stato possibile assistere in streaming al live di Luke Abbott da un club di Marsiglia. Era come tornare con commozione ai live via ISDN dei Future Sound Of London. Le cuffie al posto dell'impianto, il commento coi vicini attraverso i media più disparati e la piccola gioia di sensazioni che ci sono, ma sono raffreddate dall'interfaccia e dalla comodità. Ho potuto finalmente ascoltare il nuovo live col nuovo setup, più orientato al club, dato anche che le date del prossimo marzo toccheranno Roma, Firenze e Foligno. Ho persino cliccato più volte su print screen e a un certo punto, quando doveva partire il bis, l'audio è scomparso come se il solito proprietario di locale cattivo lo impedisse. La modernità o la vecchiaia?


29.1.12

Tu, quindici anni

(vabbe' questo è anche il millesimo post)

Martedì scorso all'Hiroshima Mon Amour Xplosiva ha festeggiato i suoi primi quindici anni con il piatto forte di Nicolas Jaar, ometto* copertina del 2011 in ambito dance elettronico (gli acculturati direbbero pure emblema dello Zeitgeist rallentante/rigurgitante). Sulle pareti dell'Hiroshima scorrevano centinaia di nomi che negli anni in tutti i giorni della settimana in ogni tipo di luogo a Torino (e non solo) Xplosiva ha reso disponibili con un'idea di clubbing attenta, personale e amichevole che ha anche fatto scuola, almeno qui a Torino. Ancor più di quei nomi tutto questo si respirava nel set iniziale di Giorgio Valletta che ha sintetizzato tutte le anime degli ultimi anni nei generi dell'ultimo anno da un inizio misteryoso, alla bass music inglese, al ritmo che cresce della house fino al rallentamento sedato vera via di fuga dall'oggi e passaggio di testimone a Jaar. Dalla sala vuota all'apertura porte al locale pieno con tutti che ballano in poche consumate mosse, it is all over our faces.

Non so se dopo mille post (e vabbe' qualche migliaio di altri post della vita precedente) ancora sia rimasto a leggere qualcuno che non sia interessato ai suoni che animano queste pagine. Riassumendo, Nicolas Jaar è un americano di padre cileno nato nel 1990 che ha stregato gli appassionati di dance l'anno scorso facendo tutto ciò che il pubblico medio della dance, persino nelle sue frange più acculturate, aborrirebbe. Prolifico invece che sfuggente, amante dei mischioni invece che rigoroso, lento e senza cassa e talvolta capace anche di grossi sbagli. Il suono di ora in mano a un ventenne belloccio(e dunque spendibile su un palco) e intraprendente (il primo singolo per l'etichetta dei Wolf+Lamb a diciott'anni e la propria etichetta a venti).


Mi aspettavo il buon Nico insieme alla band con cui è in tour (batteria, chitarra, sax). Purtroppo invece è da solo sul palco, ma non escludo ciò sia un bene. Il live non è un concerto, non è un laptop set e non è un djset. Jaar inizia suonando una tastiera in cui i tasti comandano contemporaneamente note e folate di vento. Il pezzo successivo è fatto di effetti di riverbero ed eco in feedback sulla sua voce. Poi partono quei beat palline da ping pong che rimbalzano lenti da un lato all'altro (grazie impianto dell'Hiroshima)e tutti quegli effetti che ormai conosci per nome. La prima voce amica che arriva nell'ondeggiamento è quella della figlia di Bruce Willis e Demi Moore (cfr video qua sotto).

A quel punto pur mantenendo la stessa velocità Jaar imprime corpo al set trasformandolo in un djset. Qui entrano in gioco i suoi edit e i suoi remix con un atmosfera che allude alla house newyorchese della dissoluzione e però suona goffa, ancorché tutti ballino e le ragazze gli facciano gli occhi dolci. Non un mostro di tecnica in questo caso, forse nemmeno prima, ma è chiaro che siamo oltre la dance, che si usino quei materiali per fare altro. Non è goffaggine, non è teorizzazione, è una visione, discutibile ma che riempie una pista la manovra e sovverte le sue idee, solleticando più l'introspezione che il divertimento. Da lì si va verso la fine con Too Many Kids Finding Rain In The Dust (la sua Red Right Hand) ed El Bandido, una finale e l'altra bis o viceversa oppure no. Peccato per il sax, avrebbe fatto troppo discoteca malfamata anni 90 rendendo il tutto veramente perfetto.


(
With Just One Glance You (ft Scott Larue) e Space Is Only Noise che però qui non ha fatto)


* non puoi definire altrimenti uno che aveva sei mesi mentre Schillaci animava le notti magiche

23.1.12

Scoloured In Memory

"Your Coca Cola Sign Rattling"

Lo scorso fine settimana tra il singolo dell'anno di Resident Advisor Blawan, la sensazione giovine italiana dell'anno I Cani e le martellate storiche e dell'annodisempre di Regis ho scelto il set ritirato di prima cintura di Fairmont (se non avessi sentito Regis e Function al C2C forse avrei scelto diversamente). Le memorie che mi sento di condividere sono poche e a loro modo soddifatte. Il dj in apertura davanti a una pista letteralmente vuota suona gli MFA(la cinquantina di persone presente a mezzanotte stava dall'altra parte del Barrio al bar, la ragazza del dj era a fianco al palco e la tarantolata(torino-forum-op-cit)ancora non era arrivata). Thelicious apre e chiude con i Koltelli. Fairmont ha un microfono effettatissimo ed è stato massaggiante.