26.3.07

Don't forget that summer dress...

…you know, the one you wore
when you returned from
The Marcia Blaine School For Girls


Halfway Into The Woods sembra una di quelle pagine in fondo alle nuove edizioni dei testi di storia dei licei. Quando andavo io, in quelle ultime pagine ci trovavi Craxi, Berlinguer e Forlani. Qualche anno fa si intravedeva già Tangentopoli. Domani forse ci sarà quel suicidio terminale della sinistra che è il Partito Democratico. O forse no, non sarà degno nemmeno di quello. Comunque, il problema di quelle ultime pagine è che ancora non c’è la prospettiva storica perché queste rientrino effettivamente in un programma (anche non) ministeriale e d’altra parte sembrano un tentativo di allacciare la storia all’attualità e viceversa, consci che già domani tutto sarà diverso. Sono alla fine, sapendo di non poter essere altro che a metà strada. Poi, se si riesce, si indovina anche l’osservazione arguta (cfr Popnoname e la sua No Doubt, del cui allure post-Underworld parlerò forse prossimamente)


Qoelet - The Marcia Blaine School For Girls

21.3.07

Pigliate 'na pastiglia

No, giovane indie. Non ti sto incitando a varcare soglie della percezione come se vivessimo quarant’anni fa. Ieri mi sono addormentato sulle note dei Bonde Do Role e forse cullarsi nella notte con la non musica di un campionamento in loop da Grease su cui una gnappetta scandisce doppi sensi sempre con lo stesso tono è l’equivalente di una scorpacciata di esfiha prima di andare a dormire. I brasiliani la chiamano esfiha, gli argentini in medio oriente fatay. Fatto sta che si sogna pesante e Scott Walker che ripete in mantra “Panda Bear is Bonde Do Role… Panda Bear is Bonde Do Role… Panda Bear is Bonde Do Role” non è un buon segno di sanità mentale. Al massimo, di gusti musicali privi di regole e forse di decoro. Al risveglio, comunque, mi sono reso conto che in fondo Scott aveva ragione se in Take Pills per la prima metà il buon Panda manda in loop un campionamento da Always Coming Back To You e sopra va di cantati sovraincisi, pedali e chiare fresche e dolci acque. Poi il campionamento cambia, ma ormai mi sono convinto. Il pezzo di Sebastian Leger invece non mi eccita nemmeno troppo, ma il debole per le associazioni mentali ha avuto la meglio.


Funk da Esfiha - Bonde Do Role
Take Pills - Panda Bear
Always Coming Back To You - Scott Walker
Take Your Pills - Sebastian Leger

16.3.07

Eddondoling recs

Ieri c’era quella puntata di CS(i)NY in cui ammazzano l’autista della limousine di Kid Rock. Poi ripensavo alla tastierina di Limousine di Vicarious Bliss e a come non potessi non pensarla come la cugina supercafona di quella del DFA remix di Far From Home (conscio che quell’epica versione strumentale fosse tutt’altra pasta, chiaro) o la sorella gemella dell’intro già appunto derivativo del Braxe Falke di Kelly. Stamattina scopro che la popolarizzazione della Sbattitesta Records passa anche per una versione vocale e ruffiana della stessa. Nel gioco delle etichette però quando la testa al posto di muoversi avanti-e-indietro, oscilla a destra-e-sinistra, si migra verso altri lidi e così lo spin-off Vicarious Bliss Pop Experience feat. Headbangirl uscirà sotto altri ombrelloni. Quando si ha bisogno di quell’immagine schematica sul dondolio indie della capa, perché non la si trova?

Limousine (Myspace Vocal Version) - Vicarious Bliss
Together In Electric Dreams - Vicarious Bliss Pop Experience feat. Headbangirl
Ascolta la ribollita oltra Electroluxe su Headphone Sex

9.3.07

Kalabrese con la kappa di funK (e non solo)

Se Herbert avesse preferito il funk alla big band e lo avesse incrociato con certe cose alla Gastr del Sol / Jim O’Rourke. Comincia così il Rumpelcirco dello svizzero Sascha Winkler, in arte Kalabrese. Pubblicato come due dodici pollici che saranno raccolti poi in un unico cd insieme ad altre due pezzi da un ep precedente, Rumpelzirkus sta stretto nei confini della minimale centro-europea. Nella Pt. 1 le strutture prive di baricentro non sono altro che jam tra il funk e il pop di veri bassi, chitarre, batterie, fiati e hammond mentre nella Pt. 2 la maggiore sinteticità dell’insieme trova calore nelle sfumature jazz e dub. In più il cantato aggiunge al fuoco ossessionanti domande-risposte nere, revanchismo loser, fino al dub-piano-bar di Where’s The Future. Kaldo.


Hide (feat. Guillermo Sohrya) - Kalabrese
Not The Same Shoes (feat. Kate Wax) - Kalabrese

Your fiLe In Reverse

Ieri ho perso cinque secondi della mia vita interrogandomi sulla questio Avey Tare + Kria Brekken. In fondo c’è solo una cosa che mi irrita più del freak-arty-folk (che in certi casi bazzico, non crediate, qui si è snob verso l’indie solo fino a un certo punto) e probabilmente questa sarebbe un invito a cena a casa di quei due. Un tempo l’avrei chiamata gelosia, oggi tremo all’idea di quale arredamento sterilmente hippie i due possano avere in casa. I loro fan si meritano il disco pitchato e registrato al contrario (anche se questo sarà solo uno scherzone) e che non si permettano di dire che preferiscono Sasong on reverse. Quella spetta a me.

Sasong (in reverse) - Avey Tare & Kia Brekken

8.3.07

Youtube killed the MTV working class

La perdita del posto di lavoro non esiste solo nel magico mondo dell’industria pesante. Tiny Mix Tapes oggi punta i riflettori su ciò che sta succedendo all’interno della multinazionale videomusicale: ben cinquecento posti di lavoro (ripartiti equamente tra divisione americana e internazionale – e ciò significa –8% della forza lavoro di quest’ultima) saranno sacrificati in nome di una struttura più efficiente e di migliori margini operativi e, verosimilmente, di un ulteriore processo di de-musicalizzazione del gruppo.

7.3.07

Pacco sorpresa

Non so se ricordate i cataloghi di vendita dischi per corrispondenza. Più o meno alla fine, vicino al modulo per l’ordine, c’erano sempre i pacchi sorpresa. Da malfidato quale sono non ho mai tentato la sorte, anche se in fondo avevo sempre il dubbio che qualche impiegato sadico gettasse dentro ogni tanto qualche perla per spingere all’acquisto di nuovi pacchi sorpresa. Oggi i pacchi sorpresa tornano di moda nella gestione del nightclubbing. L’interessante serata londinese del venerdì And Did We Mention Our Disco? da metà febbraio ha cambiato nome in And We Can’t Mention Our Disco: nella prima serata a sorpresa hanno suonato i 2 Many Djs, la settimana scorsa Tomboy e In Flagranti. Allo stesso modo, il Robert Johnson di Francoforte, gestito da Ata della Playhouse, ha scelto da Marzo la via anonima, pubblicizzando però il programma di ogni serata con un set di quarantacinque minuti per dare un’idea di ciò che verrà suonato. Il club ha giustificato la scelta come un tentativo di reazione all’hype delle serate basate sul grande nome, che spesso vedono più gente fuori dalle porte rispetto a quella che entra. Tentativo di normalizzare il flusso tra eventi più o meno affollati, trovata promozionale basata sul brivido di un appuntamento al buio o pio desiderio di spostare l’attenzione sull’offerta musicale alla faccia del presenzialismo? L’importante è che non lo fate a Bari, ché qui rischiate la sala vuota anche col grande nome.

6.3.07

Di rane, zoppie e autoradio

Sono giorni in cui sono attirato dalla musica priva di centro, da quella che non inizia, da quella che non finisce. Mi ritrovo così ora preda di ciclicità, ora di strutture che forse sono pensate per essere usate in altro modo e in cui invece è godurioso immergersi dalla fine all’inizio, di nuovo. Se così al primo ascolto del Villalobos Entlebuch Remix del pezzo di Beck, la settimana scorsa, ho tradito una errata freddezza, oggi posso dichiararmene vittima: Beck sequestrato da un esercito rivoluzionario viene nascosto nella giungla e nutrito a peyote. La rana messicana dello Sri Lanka del sud è a sua guardia.

Il disco nuovo di Dntel zoppica. Forse in certi casi anche qualitativamente, e sembra poi una specie di Pavarotti & Friends quanto a uniformità, ma non è questo quello che intendo. È il passo che ora trascina, ora incespica, ora barcolla. In certi casi la successione di irregolarità ha la meglio e così in To A Fault supero la mia ritrosia per la voce orsacchiotta, per le chitarre acustico-troniche in favore di una gioiosa e claudicante aritmia. Non abbiamo bisogno di bastoni per la vecchiaia.

Non si esce proprio dagli anni Novanta. Forse non lo vogliamo nemmeno. Un intermezzo di Dj Mehdi è troppo epico per restare solo un minuto di loop di passaggio sul suo disco. Così Thomas Bangalter dei Daft Punk lo dota di gambe e piedi e braccia. Per il video invece viene chiamato il figlio di Costa Gavras che col suo The Decibel And The Furious rende omaggio all’estetica di tanti filmaggi francesi anni Novanta. Poi però qualcuno mi deve spiegare perché tutti i registi chiamano i figli Roma(i)n. Amore per Polanski?



Cellphone’s Dead (Villalobos Entlebuch Remix) - Beck
To A Fault - Dntel feat. Grizzly Bear
Signatune (Thomas Bangalter Edit) - Dj Mehdi (video)