28.10.10

Dita incrociate

Le premesse sono enormi. Prendete il decennale del miglior festival elettronico italiano, ammantatelo di scaramanzia e raccogliete il meglio di bassi, tchktss, droni, voci, campanelli e fantasmi e il risultato sarà Club To Club: The X Superstition. Anticipato dalle anteprime milanesi e quest'anno in parallelo a Istanbul (con tanto di nazar boncuğu augurale, si vede che ho passato mezzo agosto in Turchia e indosserò apposita t-shirt), il Club To club percorrerà tutta Torino dal 4 al 7 Novembre.

Giovedì 4 si parte dal grembo del Teatro Carignano ripieno dei suonatori di gamelan che accompagneranno i Plaid e si proseguirà al Mirafiori Motor Village con Floating Points, Joy Orbison e Andrea Frola.

Venerdì 5 il Carignano sarà infestato dalla Hyperdub, dal fantasma di Burial "suonato" dal suo capo Kode9 e dal bass-pop sconfitto dei Darkstar. La notte partirà come al solito in parallelo con tutto il corollario di scelte difficili: all'Hiroshima accompagnati dagli italiani DJ Pandaj, Sweet Life Society, Les Fleurs USB e Loser toccheranno ferro legno e tutto il resto i live di Four Tet, Caribou e Kings Midas Sound; al Supermarket aleggerà il mascherato Olof dei Knife as Ony Ayhun che precederà o seguirà le quattro ore del nuovo progetto di Jeff Mills; al Gamma il Po farà da sottofondo a Jamie Jones, Marcelo Tag, Step & Rills.

Sabato 6 al Museo di Scienze Naturali di pomeriggio i live bordercomunicanti di Luke Abbott, Kate Wax e Vaghe Stelle faranno da preludio al gran finale al Lingotto con i live di Modeselektor, Shackleton e Shed e i djset di James Holden, Marcel Dettmann, Cassius, Jamie degli XX, Riva Starr, Giorgio Valletta e Patrick Di Stefano.

Domenica 7 infine si zombeggierà col dj set di Rob Hall e i droni di Oneohtrix Point Never.

Completeranno il tutto il finale del concorso Musica 2061, l'ospitata turca di The &, gli aperitivi in giro per la città e la conferenza sui festival di musica elettronica Electronic PIL.

Portatevi i corni e giocatevi questi numeri al lotto: , , , , .


Bowls (Holden Remix) by Caribou

22.10.10

Amico è

Ieri sera al Madison Square Garden di Nuova York chi è andato a vedere il live dei Phoenix sul quasi-finale di If I Ever Feel Better forse era distratto, o preso dal ritmo, ma non poteva non stropicciarsi gli occhi quando le luci si sono abbassate e hanno puntato sulla sagoma dei Due Robot che raccoglievano la coda del pezzo. I Daft Punk si sono materializzati sul palco con una solenne Harder Better Faster Stronger a cui si sono uniti presto i Phoenix per una rilettura we're with the band del mashup con Around The World. Il gruppone ha quindi suonato insieme 1901 alla fine della quale si è ripreso l'intro ravvicinato del terzo tipo degli indimenticabili live per terminare con una coda sfasciona della stessa 1901 con tanto di stage diving e abbraccione finale. Ok che sono amicici che uno dei Phoenix suonava nel primo gruppo dei Daft Punk, ma io lancerei una petizione perché compaiano random all'interno di concerti altrui finché non si decidono a tornare con un nuovo live.





Phoenix - Daft Punk

17.10.10

Gli anni dell' io qui e tu là

Pur non parlando quasi mai di musica italiana e ritenendomi dunque inadatto, pur avendo un'opinione, ahem, composita sul disco intitolato con bestemmia politeista ("Dei Cani"), pur dovendo passare il tempo a comprendere North dei Darkstar, trovo necessario spendere due parole su una canzone a cui tengo dei Non Voglio Che Clara. Pur non avendo mai vissuto niente di simile negli anni dell'università, pure. Circa tre anni fa non riuscivo a smettere di sentire un mp3. Non si capiva se si trattasse di un demo coi suoni imperfetti (gli ultra riverberi, la tastiera con le scossette statiche, alcuni sgusci di elettronica liquida quasi impercettibili), un live registrato con l'inganno, un malefico tarlo virale che non avrebbe mai visto altra luce. Qualcuno disse che partiva da Minghi e da Fabiò/Giuliò e arrivava ad un dolore contenuto che non sbracava mai e dignitosamente diventava sconfinato - parafraso. Oggi, quella canzone è uscita su disco, prodotta coi suoni giusti e i sospiri voluti. Tutta la prima metà, però, mi urta. Lo so, la canzone non ha niente che non va, è solo un'impercettibile sensazione che a stento che del tutto capisco, ma si può riassumere nei troppi ascolti di quel demo/live/tarlo. La voce che prima mi faceva venire voglia di mettere una mano sulla spalla al cantante, ora ha delle piccolezze recitate artefatte o forse la tristezza è solo un po' più calcata e io sopporto poco la tristessestrinsecata. Tutto cambia però, a volte in meglio, e la recitazione viene sepolta dalla musica. A 2.38 un coro ovattato di riverberi e letti separati e i fuzz che irrompono sigurrosi vengono strozzati col silenzio prima di mostrare il fianco. E così, Monicà, ora partono alte frequenze e poi quelle liquidità e poi i cori spiritualizzati e fridmannici e uno sgranchio chitarroso che chiude il tutto e sembra quest'intervista del boss di Ryanair al Guardian.

Gli Anni Dell'Università (demo/live/tarlo) - Non Voglio Che Clara
Gli Anni Dell'Università (Dei Cani mix) - Non Voglio Che Clara


13.10.10

Love Is In The Night Air




Il ragazzo londinese bianco con la chitarra in mano è un cantante soul anche se non sembra. Burial lo aveva remixato alle prese con lo standard Wayfaring Stranger. I due non si sono persi di vista e hanno collaborato a un singolo. O per meglio dire questo è diventato quanto si sente sopra: un fantasma amichetto di Burial si avvicina e riesci a sentire un suo discorso compiuto? Northern soulful house? Burial farebbe suonare così pure Toto Cutugno? Se Benga ci ha provato con Katy B, questo è il momento di occupare RTL102.5. Ad ogni modo a completare la confezione arriva anche un funzionalissimo refix di Ramadanman che per Halloween si traveste da Four Tet.

Night Air (Ramadanman Refix) by woon

7.10.10

Name Dropz

Tutti gli stick, spat, toc dell'inedito di Apparat per il suo DJ Kicks mi ipnotizzano nella loro nettezza che risalta sul mare di washing e riverberi piatti che va per la maggiore. Fiati fagotti nasalità d'ottone e pentolini sono organizzati con la ormai irritante maestria dal signorino Motor City Drum Insieme per l'anteprimo estratto da quello che si preannuncia come lo stellare disco di remix di Caribou (triplo Koze, Ikonika, Fuck Buttons, Holden, Gavino Russom, Gold Panda et al). Vincent Oliver zompetta con la sua orckestrina, il SignorBanjoNo, Ludovico Pellegrini. I Margot ci sono. James Blake affronta finalmente il suo lato pianolo, mi hanno spedito il inoltrato i link del promo del nuovo Mount Kimbie (il live al Berghaine di Maybes echeggia come risate in un cupo stanzone vuoto non ho ancora sentito il nuovo di Shed), ma non nascondiamoci che l'attesa è tutta per North dei Darkstar. Alla voce techno nera disperata travestita da dubstep invece esploro Jack Sparrow. I paesaggi, quando faccio finta che le Alpi non esistano, me li confeziona CFCF. L'ep sudanese della Innervision con guest il tipo dei Knife non si può sentire, ma è divertente. Tanto roboamore per Squarepusher roborock col primo Shobaleader.

E non dimentichiamoci di Brianino, la minaccia