Dice che Dear Science dei TV On The Radio è pensato per ascolti piacevoli e salottieri, da yuppie inseriti. Piacione che piace a tutti tranne quelli a cui non piace quello che piace a tutti. Sgombrata la piacevole e piaciona sensazione che già a metà del primo ascolto in ufficio mi ha fatto esclamare in piedi “Viva Tutto!”, staccando la cuffia dal notebook più o meno dei pressi di Golden Age, mi sono ritrovato in mezzo alla vendetta storica nei confronti di Kid A. Con tanto di funk, afro-fiati, battimani e sintarelli. “Dear Science, please fix all the things you keep talking about or shut the fuck up” è la richiesta di applicazione alla scienza, l’approccio artistoide e intellettuale al servizio della musica e non viceversa. Dove la scienza in questo caso non è l’LHC ma l’art-rock. Poi ci si può beare delle ambivalenze, dei particolari e della costruzione, ma l’importante è che lo spirito con cui si ama la dance di queste pagine abbia trovato ancora espressione in un disco di pop classico e inventivo.
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