7.3.11

Equilibristi in bilico sul finesettimana (un weekend italiano)

Non c'è il pienone al Supermarket venerdì. Uno dei proprietari della Numbers, serata/etichetta inglese che si tiene sottocchio e a cui è dedicato l'appuntamento, sciorina un preserata ordinato su una battuta godibile (Freeki Mutha, l'OAR0003B) mentre il giovinotto Hudson Mohawke sonnecchia intrecciando le gambe sul divanetto restrostante con la tipa che lo accompagna - a quanto pare Hudson non è più ciccione e ha abbandonato le mise nerdone in favore del suo status di celebrità del sottobosco. Quello che non ha abbandonato sono i tastieroni / ritmi a zig zag / cantatoni hiphop che compongono il suo rodato mondo culone che solo poco prima della fine viene raddrizzato nelle curve da una tentazione techno, subito brillantata con la chiusura di Fuse.

Inutile dire però che io, come immagino molti, non sono sul posto che per la leggenda Lory D (sintomi della vecchiaia incipiente? una figura mitologica della tua giovinezza viene portata a spasso da ragazzini inglesi come fosse un Baldelli qualunque). Inizia il set con della disco gommosa con battuta da ondeggio glorioso. Non so se sia il tempo che ammorbidisce e trasforma il look dark sciamanico industriale in un'inquietante tranquillità da dopolavoro, ma la follia sembra sempre lì, negli sguardi e sorrisi al limite e negli sfaciolamenti rephlexivi dei beat da cui parte una (time to pret)End che mai in nessun indie-dancefloor è stata così sinistra, mai è stata così passata. Da questa l'ambient selezionato diventa techno a cui improvvisamente e con meraviglia viene dimezzata la velocità. Bello fuori da ogni logica. Sono appena le quattro e i maledetti del locale accendono le luci (si vendono meno consumazioni aumentando i prezzi, vero?) ma a furor della quarantina di rimasti si riesce a scucire un'ulteriore mezzora di gommosità e beatdestroy. Davvero un peccato che il pur buon impianto abbia schiacciato il tutto in un mono che è il flagello dei locali italiani.


Anche sabato lo Spazio 211 raccoglie gente con molta calma e senza stipare gli spazi (e per la cronaca qui si riducono le dimensioni del bicchiere della birra media, deve essere una qualche campagna del Comune di Torino per far dimagrire i cittadini in vista della stagione estiva). I Crimea X, ovvero Jukka Reverberi (basso, voce, manopole, tasti) e Dj Rocca (manopole, tasti, flauto traverso), attaccano con Liubov un live che è dilatato come un djset inframezzato da droni in cui si ondeggia e non si sente quasi il bisogno di applaudire (se non ovviamente alla fine). Gioia a ogni bordata di ping pong delay e alle psicodivagazioni più che agli arpeggi. L'ultimo pezzo, il remix moroderico di Time For Shopping, è un occhiolino a chi organizza la serata e purtroppo niente bis come è sempre più spesso d'uso qui.

4 commenti:

thisKID ha detto...

Stalking involontario su rieducational channel, a giudicare dalla foto ero a un metro e mezzo da te (per la maggior parte del tempo ho retto il pilastro frontale destro).

maxcar ha detto...

alla fine la curiosità di quello che fanno sul tavolo prevale sempre sul fatto che un po' indietro si senta meglio

la_scarpa_che_respira ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=7xy-VulsIyM

maxcar ha detto...

scaricare!

però io so' sempre lo stesso à la diskoteca