Non si torna indietro dai New Order ai Joy Division senza risultare farseschi. Circlesquare è l’ennesimo trapiantato a Berlino e come molti trapiantati sembra mancare quel cuore nero e sofferente che batte nei cessi del Berghain e fa di
OK di Ben Clock ed Elif Biçer l’impotente
Sing It Back di questi giorni di crisi, ora che anche Pitchfork ha detto che il disco di Ben Clock è OK. Come un turista prova a confondersi con un modo di essere, ma quando non è posa per un autoscatto digitale è souvenir, pezzo di muro, suolo lunare, droga e ballo solo perché lo dice anche la Routard. Ce ne vuole per essere come Lou Reed o come Bowie, quando al massimo sembri un incrocio epigonico tra Tiga e Matthew Dear. Non fosse per il coraggio pretenzioso sarei stato anche più clemente, ma non si può sentire un tizio che per otto pezzi blatera di effetti di droghe che non ha mai provato e techno spaccatutto che al massimo è synthpop. O meglio, è ovvio che vuole scrivere un disco di danza e sostanza senza che ci sia danza e sostanza, ma spesso al posto del pop distante gli riesce solo la posa del pop distante (o almeno mi convince di questo il video di
Dancers). Qui e là però ci sono bei momenti e in fondo la zoppicata finale arranca epica sul sonno della domenica mattina e sembra dirti che tutto quello che hai sentito prima era un fregnaccia (cfr. finale acustico e conto al contrario). E se la mandi in micro-loop da uno-due secondi con un bel riverbero ricorda Berlino, a te che non ci sei mai stato.
OK - Ben Clock feat. Elif Biçer
All Live But The Ending - Circlesquare
3 commenti:
Aldilà di Ok e un altro paio di canzoni il disco di Ben mi è sembrato bruttarello, non mi piacciono molto i suoni... Circlesquare invece non l'ho ancora ascoltato, immagino proprio che non lo farò.
> con un bel riverbero ricorda Berlino, a te che non ci sei mai stato.
e sarebbe anche ora.
Berghaim tutta la vita!
Posta un commento