15.4.10

Il fuori salone (di casa)

Più di un concerto previsto alle 21 che inizia più o meno alle 21(e15), più di un concerto che per le 23(e15) sei già a casa, più del fatto di poterne scrivere cinque minuti dopo dato che l'orario è umano, più di tutto questo stasera posso dire che per la prima volta sono andato a un concerto dietro l'angolo della casa in cui abito. Poteva succedere prima, dato che quando il mese scorso mi sono perso i Broadcast & The Ford Focus, non sapevo che il Teatro Astra di Torino fosse un teatro del mio quartiere. È successo invece per Joakim, accompagnato da band live tali & The Disco. Peccato che al di là di questa soddisfazione sempre negata in passato dalla tipologia di quartiere in cui amo stanziare, il concerto non sia stato un granché dato che quella roba che ci piace che fa Joakim, dal vivo davanti a poche persone ingessate dalle poltroncine numerate è stata affogata dal gruppo con gli strumenti. Il bilanciamento balistico tra sintetizzatori, trattamenti e bassochitarraebatteria - il lato più interessante di Joakim al di là del tiro disco e delle divagazioni craute - dal vivo si è perso in un suono troppo live (non ai livelli di A Mountain One, ma quasi). Molti di quelli che suonano questo non genere, chissà perché, dal vivo cadono nell'equivoco di suonare troppo, perdere nei dettagli e sembrare un gruppetto rock anonimo con due o tre idee. Poi, vabbé, I Wish You Were Gone con le voci fantasmine e i synth arpeggiati ha fatto comunque sbattere i culi anche se stavano sulle poltroncine e fino a quel momento la quarantina di presenti non aveva spiccicato un applauso.

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