Pur non parlando quasi mai di musica italiana e ritenendomi dunque inadatto, pur avendo un'opinione, ahem, composita sul disco intitolato con bestemmia politeista ("Dei Cani"), pur dovendo passare il tempo a comprendere
North dei Darkstar, trovo necessario spendere due parole su una canzone a cui tengo dei Non Voglio Che Clara. Pur non avendo mai vissuto niente di simile negli anni dell'università, pure. Circa tre anni fa non riuscivo a smettere di sentire un mp3. Non si capiva se si trattasse di un demo coi suoni imperfetti (gli ultra riverberi, la tastiera con le scossette statiche, alcuni sgusci di elettronica liquida quasi impercettibili), un live registrato con l'inganno, un malefico tarlo virale che non avrebbe mai visto altra luce. Qualcuno disse che
partiva da Minghi e da Fabiò/Giuliò e arrivava ad un dolore contenuto che non sbracava mai e dignitosamente diventava sconfinato - parafraso. Oggi, quella canzone è uscita su disco, prodotta coi suoni giusti e i sospiri voluti. Tutta la prima metà, però, mi urta. Lo so, la canzone non ha niente che non va, è solo un'impercettibile sensazione che a stento che del tutto capisco, ma si può riassumere nei troppi ascolti di quel demo/live/tarlo. La voce che prima mi faceva venire voglia di mettere una mano sulla spalla al cantante, ora ha delle piccolezze recitate artefatte o forse la tristezza è solo un po' più calcata e io sopporto poco la tristessestrinsecata. Tutto cambia però, a volte in meglio, e la recitazione viene sepolta dalla musica. A 2.38 un coro ovattato di riverberi e letti separati e i fuzz che irrompono sigurrosi vengono strozzati col silenzio prima di mostrare il fianco. E così, Monicà, ora partono alte frequenze e poi quelle liquidità e poi i cori spiritualizzati e fridmannici e uno sgranchio chitarroso che chiude il tutto e sembra
quest'intervista del boss di Ryanair al Guardian.
Gli Anni Dell'Università (demo/live/tarlo) - Non Voglio Che ClaraGli Anni Dell'Università (Dei Cani mix) - Non Voglio Che Clara
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