Dove sono i bolognesi quando servono? Com’è che vengo a conoscenza de Il Tagliacode di Andrea Sartori da forum e blog stranieri? E le webzine italo-che-più-italo-non-si-può? Per amore di precisione qui in Italia ne hanno scritto su Frequencies e Inkiostro ha linkato la compilation della Homework, l’etichetta fondata dallo stesso Sartori, ma per il resto l’uscita de Il Tagliacode è passata sotto silenzio e ascoltandolo si capisce purtroppo anche perché. Niente coretti generazionali (a meno che non si voglia considerare tale il riferimento al Supertele della prima traccia), niente gadget per esibizioni dal vivo, un titolo geniale come Ehi Amigo (Hai Bisogno Di Un Autoradio?).
Sartori gioca nello stesso campionato di Kalabrese e Bruno Pronsato, ovvero quello della musica carnale strapazzata. Mentre Pronsato è un maestro nella gestione di un insieme senza centro, Sartori predilige sviluppare a partire dalle registrazioni suonate: i pezzi iniziano come jam jazz o funk e dopo l’introduzione indossano ritmi quasi dance, in maniera però più restia e meno dritta che nelle cavalcate di Kalabrese. Il rischio è di scontentare tutti, da chi attende il terzo minuto per ballare agli snob poltroni. Troppo intellettuale, troppo cafone. Per quanto mi riguarda l’aspetto che più mi ha urtato sono stati i momenti che più tendevano al phuture jazz. Molto meglio quelli in cui alla pheeghetteria si preferisce la sporcizia del funk o la serie B dell’easy listening. Per esempio, in Horror Vaqui il ruvido funk fratturato iniziale si trasforma in un pezzo deep house dove al posto della solita diva con enorme capigliatura crespa urla una erinni sedata solitamente dedita ai cori di musica contemporanea. Prima Le Signore sembra invece il nome ironico di uno di quegli horror seminali italiani dei Settanta, quasi un tributo alla giovane Florinda Bolkan. Altrove buoni i giochi tra corde e tasti di Vodkatronic, la circolarità nera di Rompicapo e la coatta (e come non potrebbe esserlo) Ehi Amigo (Serve Un Autoradio?). Il Tagliacode non regge sempre i suoi momenti migliori, ma ha il pregio di essere un disco divertente in modo non immediato, che non dà soddisfazione al pimo colpo di un ascolto distratto col solo auricolare destro della cuffia.
Horror Vaqui - Andrea Sartori
Prima Le Signore - Andrea Sartori
3 commenti:
uhm, il mucchio ne parlò nella persona di Ivic o Linke (non ricordo) qualche mese fa.
ma la rivista è cartacea e non bolognese quindi le lamentele sono giustificate.
secondo pezzo molto luomo ma continuo a preferire l'originale
@fede: no, la cartastampata non vale: se è per questo ne hanno parlato anche su Wire
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