30.6.09
Meno male che c'è il 2.0
Qualche post addietro ci si arrovellava dietro al finale di set di Marcel Dettmann a Torino. Il pezzo-bomba era una specie di giro di Radiohead in mano a un Gui Boratto o a un Border Comm. Raschiato il fondo delle b-side senza trovare niente, avevo perso la speranza, quando è arrivato Youtube a rispondere e a sottolineare la mia mancanza di attenzione del momento. Santiago Salazar viene da Underground Resistance, è uno dei Los Hermanos, poi dietro Ican e qui da solo tira fuori uno strappa-lacr1m3-Tronico che è stato al centro dell'attenzione il mese scorso per le polemiche attorno al remix di Stefan Goldmann (iperfunzionale che diventa malatamente disfunzionale, una roba sconsiderata con i koto e i flauti di pan che se ne parte per la tangente, troppo anche per la mia malata idea di dancefloor). Ma soprattutto, quello che si sente ultra-riverberato è il noto programma per chattare-video-chiamare?
Arcade - Santiago Salazar
26.6.09
19.6.09
Non è vero che non ascolto più la musica pop
Per esempio Beyond The Valley Of Ultrahits di Richard Youngs, che è un CD-R in cento copie, che poi a grande richiesta sono diventate duecento e si potrebbe andare avanti via così di cento in cento. L'eterno mito dell'estate che non finisce ha il baretto del lido accanto che manda loop synth-minimal che periodicamente ti sfasano e ti riacchiappano, coi loro shuffle meccanici, i bassi caldi e zompettanti e i rumori a caso. Il pop è compromesso, successo, gioia - lo so - ma il pop migliore è quello che ribalta tutto questo. Anche a rischio di buttare tutto in caciara con un assolo di chitarra che non c'entra un cavolo, messo lì per paura della perfezione. Anche a rischio di non lavorare con la musica, perché si ama troppo la musica.
Oh Reality - Richard Youngs
17.6.09
The Black Bloch - Il Principio Speranza
- Ciao, ho chiamato per un braccialetto
- Quanti te ne servono?
- Uno, sono in trasferta per lavoro e
- Eccolo (fa per mettermelo)
- Ehm, domani ho una riunione, potrei metterlo solo prima della serata?
Circa un anno fa ho mancato Marcel Dettmann a Bari: un set di tre ore capace di unire solidità oscura, Seconds degli Human League dopo cinquanta minuti e un finale con Idioteque seguita da un pezzo con una big band. Esiste testimonianza registrata facilmente reperibile. Lo scorso anno è stato indubbiamente un anno di successo per il Berghain e per il suo suono. Il recupero della rigorosità techno originaria e dello sporco analogico uniti all’attenzione per i dubpassi inglesi ha portato più di uno ad assumerlo come salvatore della technopatria a colpi di bassi. Non potevo farmi scappare pertanto il suo set a Torino (solo lui dall’inizio alla fine, cinque ore, roba da inventare scuse all’ultimo minuto per tornare da una trasferta il sabato al posto del venerdì sera).
Con la pista ancora semivuota i pezzi su cui entro hanno morbidezza ai limiti della house. Il capo chino e l’espressione seria sono quelli che ti aspetti da un’educazione da Repubblica Democratica (e che in fondo preferisco ai debosciati vestiti come in una pubblicità del Cioccoblocco che flagellano le nostre electro-capitali del divertimento). Il graduale passaggio verso la techno è segnato dall’inedito, spettrale e scheletrico remix di Work dei Junior Boys. Se i Wighnomy Brothers sono i signori dell’alcool, lui è letteralmente una ciminiera nicotinica. Mi aspetto un monolite marziale e invece l’abile intreccio dei vari Hotflush/Hessle/Tectonic regala complessità ritmica al treno di bassi che mi investe. E fortunatamente non si sale sul carro wonky che non mi prende proprio.
C’è tutto quello che mi aspetto, i Morphin-ici, Levon Vincent, i compari Temporary Assault System e l’ovvio motorino Deuce. Redshape e Do Not Resist The Beat, ma anche pezzi che dalla grana attribuiresti a Robert Hood o a Surgeon se solo conoscessi meglio le loro discografie e che sono il vero riferimento di partenza alla base di tutto ciò. Nel frattempo lui sorride e si esibisce in un balletto che pare essere caratteristico a base di sorrisi e rotazione del polso con cui tiene la pista.
L’immancabile pupillo Shed di Another Wedged Gallina è seguito da un pezzo coi paddoni neo-trance da maninsu. Where were you di Rolando, dopo un break spezzato Scub-eggiante, diventa Energy Flash (e se c’avevo pensato anch’io…) e di seguito altri pezzi riprenderanno le ruvidità analogiche fino ai limiti del rave (e Vandalism di Dj Assault o qualcosa che gli somigliava molto). La maninsu torna sull’ultimo pezzo prima del bis, con cui è solito chiudere i set ultimamente (ma che è? Ditemi il titolo?! Marcel Ernst Bloch della Techno).
Sono le sei e mezza, il bis è analogico e fuori il sole acceca dopo tanta bellezza oscura. È l’ultima trasferta qui a Torino. La prossima sarà un trasloco. Dovrei chiudere la trilogia di Cassa Disintegrata e Settimana Corta con una roba tipo Chiusura Del Centro di Ricerca e Assorbimento Negli Headquarters, ma non so se avrò il coraggio.
Work (Marcel Dettman Remix - excerpt from Free Your Mind set) - Junior Boys
(bonus track, il video del famigerato pezzo maninsu finale)
- Quanti te ne servono?
- Uno, sono in trasferta per lavoro e
- Eccolo (fa per mettermelo)
- Ehm, domani ho una riunione, potrei metterlo solo prima della serata?
Circa un anno fa ho mancato Marcel Dettmann a Bari: un set di tre ore capace di unire solidità oscura, Seconds degli Human League dopo cinquanta minuti e un finale con Idioteque seguita da un pezzo con una big band. Esiste testimonianza registrata facilmente reperibile. Lo scorso anno è stato indubbiamente un anno di successo per il Berghain e per il suo suono. Il recupero della rigorosità techno originaria e dello sporco analogico uniti all’attenzione per i dubpassi inglesi ha portato più di uno ad assumerlo come salvatore della technopatria a colpi di bassi. Non potevo farmi scappare pertanto il suo set a Torino (solo lui dall’inizio alla fine, cinque ore, roba da inventare scuse all’ultimo minuto per tornare da una trasferta il sabato al posto del venerdì sera).
Con la pista ancora semivuota i pezzi su cui entro hanno morbidezza ai limiti della house. Il capo chino e l’espressione seria sono quelli che ti aspetti da un’educazione da Repubblica Democratica (e che in fondo preferisco ai debosciati vestiti come in una pubblicità del Cioccoblocco che flagellano le nostre electro-capitali del divertimento). Il graduale passaggio verso la techno è segnato dall’inedito, spettrale e scheletrico remix di Work dei Junior Boys. Se i Wighnomy Brothers sono i signori dell’alcool, lui è letteralmente una ciminiera nicotinica. Mi aspetto un monolite marziale e invece l’abile intreccio dei vari Hotflush/Hessle/Tectonic regala complessità ritmica al treno di bassi che mi investe. E fortunatamente non si sale sul carro wonky che non mi prende proprio.
C’è tutto quello che mi aspetto, i Morphin-ici, Levon Vincent, i compari Temporary Assault System e l’ovvio motorino Deuce. Redshape e Do Not Resist The Beat, ma anche pezzi che dalla grana attribuiresti a Robert Hood o a Surgeon se solo conoscessi meglio le loro discografie e che sono il vero riferimento di partenza alla base di tutto ciò. Nel frattempo lui sorride e si esibisce in un balletto che pare essere caratteristico a base di sorrisi e rotazione del polso con cui tiene la pista.
L’immancabile pupillo Shed di Another Wedged Gallina è seguito da un pezzo coi paddoni neo-trance da maninsu. Where were you di Rolando, dopo un break spezzato Scub-eggiante, diventa Energy Flash (e se c’avevo pensato anch’io…) e di seguito altri pezzi riprenderanno le ruvidità analogiche fino ai limiti del rave (e Vandalism di Dj Assault o qualcosa che gli somigliava molto). La maninsu torna sull’ultimo pezzo prima del bis, con cui è solito chiudere i set ultimamente (ma che è? Ditemi il titolo?! Marcel Ernst Bloch della Techno).
Sono le sei e mezza, il bis è analogico e fuori il sole acceca dopo tanta bellezza oscura. È l’ultima trasferta qui a Torino. La prossima sarà un trasloco. Dovrei chiudere la trilogia di Cassa Disintegrata e Settimana Corta con una roba tipo Chiusura Del Centro di Ricerca e Assorbimento Negli Headquarters, ma non so se avrò il coraggio.
(bonus track, il video del famigerato pezzo maninsu finale)
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4.6.09
Week3nd: Joy Division in Salento
Azz Klapz - Teengirl Fantasy
(fortunatamente il resto del terzo weekendone è stato più simile a questo pezzo dal terzo minuto in poi, ovvero "facciamo un pezzo pop da spiaggia ma ammirate come gli programmiamo sotto della ritmica techno oldschool")
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