1.11.11

Intellectualize my clubness

Persi purtroppo gli Aufgang al Conservatorio di Torino (pare sia stata una bella serata, con un buon live e ottimi suoni), domenica mi sono recato al secondo dei tentativi di dare spessore a un festival altrimenti vittima dei mali del clubbing italiano quale il Movement. Il party gratuito della Superga al Museo dell'Automobile (splendida lochescion, come si suol dire) inizialmente doveva consistere in una selezione dei talenti cittadini (Gandalf, Gandin e I-Robots) culminante nel djset della leggenda della house di Chicago Lil Louis. All'ultimo minuto è stata aggiunta Steffi+amica dal Berghain e per giunta nello slot finale che avrebbe chiuso alle due di notte. Per gioia della mia anzianità quindi lo slot affidato a LL è stato quello del telegiornale delle 20. Gioia pure nel poter usufruire della nuova fermata Lingotto della metro per tornare a casa. Mentre Gandalf prepara il passaggio ad I-Robots, il posto è ancora semivuoto e preda di ex-clubber che vantano carrozzine, treenni saltellanti, seienni che hanno capito che girare intorno a se stessi aumenta la sensazione musicale (dervisci docent) e dodicenni che rieditano i video di Non è la Rai con la madre effettivamente un po' eccessiva. Le ventenni che ridacchiano non sanno che si stanno vedendo in uno specchio.


I-Robots col suo bel set a bassa battuta disco-analogico è la giusta anticipazione. Mentre l'organizzazione fa di tutto per mostrare tutto il suo vero volto (security fascistissima schierata nel vuoto davanti al palco e non dietro le transenne ma davanti - non avvicinarti, delinquente -, stangone di due metri vestite da streghe che distribuiscono librettini della Bacardi sul bere responsabile e bar che ti sensibilizza ancora di più con la birra piccola a dieci euro), lui con la t-shirt del benemerito progetto The Units - Connections (il rework di Zombo!) e i saluti degli amici quarantenni che si susseguono è la boccata di ossigeno che permette di arrivare al passo successivo: lo sbrocco della drama queen. Alle 20 Lil Louis dà di matto perché l'impianto non fa quello che lui vorrebbe (credo che non gli rispondessero i medi e che volesse proprio un diverso setup). Lasciando perdere che se sei un perfezionista dovresti portare il tuo hardware e fare un soundcheck prima di andare in scena (l'umiltà prima di tutto, ce lo insegna la Ventura) o mettere delle penali e demandare tutto a un galoppino se sei un superstardj, gli interminabili quaranta minuti di tira e molla con Gandin cha faceva da paciere e I-Robots che prolungava il suo set caricando sempre di più i ritmi invece di suonare tre volte di seguito il rework di Zombo sono stati imbarazzanti anzichenò per la leggenda di Chicago che l'house, l'orgasmo, la lonelypeople. Per la cronaca poi si è convinto e, sapete, I-Robots non ha suonato il rework di Zombo (nonostante gli si mandassero messaggi mentali).


Accordata la continuità di carico e di ritmo col pezzo precedente, Lil Louis scatena i saxoni fin dal secondo pezzo. Poi maneggia un loop di sax su una base bongosa, vira su un crostone disco cantato, passa a uno strumentale con sopra due o tre parole di James Brown, ritorna ai bonghi con una roba ipnotica che il Caribou di Daphni si sogna. Mi ritrovo per qualche pezzo a fianco Derrick May e compagnia bella, che poi si ritirano nel retro transenna nonostante non ce ne sia bisogno, e si arriva al culmine di metà set con I Feel Love che introduce French Kiss. Le prime file sono prime file e dei ragazzini diciottenni agitano un vinile che aspetta solo un autografo. Purtroppo da questo momento Lil si incarognisce su suoni più techno (sempre vecchia scuola eh, ma un po' opachi e forse poco desiderati), mentre i ragazzini cominciano ad accorrere per l'ultima parte con Steffi e io mi dirigo verso la terzultima metro. Alle undici e mezza il delivery mi rifiuta di portarmi una pizza e non ho sentito Zombo sull'impiantone.


PS: all'entrata del Museo ho detto letteralmente "Sono in lista, il mio nome è...". La ragazza con la lista mi ha guardato e mi ha fatto passare senza controllare.

PPS: quasi quasi mi risento il rework di Zombo per l'ennesima volta.

THE UNITS - ZOMBO (I-ROBOTS Rework) by I-ROBOTS

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