27.6.06

Fresh

Summertime, the sun is high. I want some more of your good cds, as we go down, slowly. Dub spiaggiato, squish e squosh, per iniziare.

Slowly (Hot Chip Remix) - Max Sedgley

Se lanci un mp3 chiamato A Walk Across The Rooftops e ti aspetti una cover dei Blue Nile potresti rimanere deluso. O forse sorpreso dall’inizio casaling-old-school. Gli Handsomeboy Technique vengono dalla Svezia e dall’anno scorso e sembrano dei Go Team! che messa da parte la bassa fedeltà si affidano a suoni da vecchio vinile, come se fossero prodotti dagli Avalanches. Gli squish squosh diventano freschi schizzi di acqua salata.

A Walk Across The Rooftops - Handsomeboy Technique

Prendi i Modest Mouse più sing-a-long e metti in mano qualche loro coro a dei ragazzi danesi che con insensibilità lo-fi-fnk quasi pippoppara si prendono gioco degli angry young man dei nostri tempi. Il cantante ora si è fissato col satanismo è ha fondato un gruppo di synth-pop satanico chiamato Beta Satan, ma qui il nero è vietato esplicitamente in quel passaggio dove i Tiger Tunes ricordano col pizzicato che da adolescenti ascoltavano Aphex Twin.

(Angry Kids Of The World) Unite! - Tiger Tunes

Potrebbe sembrarvi un minestrone (ma non lo è), fa troppo caldo. Inizia teutonico come un pezzo trance, via via si distorce, rallenta e diventa Vitalic-o, entra un cantato malinc-ottanta e poi ritorna di nuovo trance col crescendo a doppia voce, fino al finale nuovamente Vitalic-o. Potrebbe sembrarvi un po’ tamarro (e probabilmente lo è), ma è devastante. (sentito da headphone sex)

So Far Away (Alan Braxe Remix) - John Lord Fonda

Ma il nuovo remix dub di Joakim è una cover di Nothing But Green Lights di Tom Vek? (sentito da Modyfier )

I Come Along (Joakim Dub) - Seelenluft

Contrasto. Cambio scena. Con un nome come Ludella Black non puoi fare che una cover di pelle garage frangiata di un pezzo dei Beatles. Il profondo sud che è in noi è dub, ma anche campagnolo.

I’ve Just Seen A Face - Ludella Black

Ad agosto uscirà il disco d’esordio dei Daylight’s For The Birds e se siete amanti di un dream-pop abbastanza innocuo potrebbe persino fare al caso vostro. Nel frattempo potete godervi l’ingenua To No One, che in alcuni momenti mi fa venire voglia di riascoltare gli Scisma.

To No One - Daylight’s For The Birds

Sulla spiaggia dove non sono adesso, vociano dei bambini. Per quanto si possa cercare una spiaggia appartata, in una riserva WWF dove devi camminare per mezz’ora a piedi nella polvere e tra le api, anche lì troverai un gruppetto di bambini che canta scombinato una canzone davanti al mare, spesso ripetendo sempre la stessa strofa. Devi solo essere fortunato e capitare coi bambini giusti (San Martirio campanato non è un’opinione).

God Only Knows - The Langley Schools Music Project

24.6.06

La vacanza daft (after all)

Non avrei mai immaginato che alle sei di mattina su un traghetto pericolante un messaggio mi avrebbe rivelato che i due francesini mi avrebbero seguito in vacanza.

23.6.06

We Were In The Future

L’inevitabile titolone dell’NME sul fenomeno della indie electro explosion mi diverte per come la dizione Neu-Rave, nata per indicare un piccolo gruppetto di loschi figuri che mischia demenza da rave ad ascendenze craute, sia stata semplificata e anglicizzata per mettere tutto nel calderone. Comunque, è curioso che nell’uso quasi da revival della parola “rave” vengano meno certi aspetti caratterizzanti come la (ri)appropriazione degli spazi, il nomadismo, l’alienazione chimica. Per sentire o ballare Klaxons o Justice o MSTRKRFT non ci si deve inoltrare nella campagna, sia essa veneta o terminante in –shire, o rinchiudere in un’area industriale dismessa, ma i posti di riferimento sono dei piccoli club un po’ di culto e un po’ fighetti. Il massimo del nomadismo è sfruttare la Ryan Air per un salto a Londra o a Parigi* e guardando le foto delle serate in questione la gente sembra più impegnata a spararsi pose da commentare su una delle loro tante propaggini in rete che a viaggiare in mondi paralleli dalle tinte gabber. Sembra insomma che da un lato l’immaginario rave di derivazione hippie-ingenua sia stato soppiantato dal più recente indie-ambiguo e dall’altro ci si trovi davanti alla generazione che da bambina i rave (non) li viveva in casa, attraverso dischi, video e servizi di Italia Uno.


Cosa resta allora di quel mondo in questo non-revival? In parte l’attitudine musicale che pirata e nello stesso tempo celebra mondi paralleli e simili (l’antiproibizionismo spaziale di Max Romeo And The Upsetters, il siamo tutti indie amici e ci vogliamo bene dei Simian o i rapporti di vicinanza con la scena hip-hop che più locale non si può), qualche residuo estetico sonoro come l’infantilismo, la futuribilità d'accatto, le sirene o le onde quadre, qualche nome del passato che fa in tempo a cavalcare il riflusso (gente che chiama i dischi Pretty Girls Make Raves o che spezzetta in due il suo nome per confondere le acque). E poi un gusto visivo tra il poveraccio e il nonsense. Collage a basso costo, inquietanti per la sequenza incongruente delle immagini proposte. Così se qualche giorno fa tornavano alla mente i giovanissimi Prodigy che ballavano freschi di high-school nei back-porch delle case dei loro genitori, colorati da effetti orripilanti e inframezzati da minacciosi struzzi, oggi, per quanto possano fare i giovani Klaxons, il massimo è offerto dal video in flash del grande vecchio Adam Sky: scimmie gnomi rasoi elettrici philipshave porcellane delle tre grazie porci con le ali cazzuola e martello sfingi marinai anarcocapitalisti ballerine con asciisorrisi miciming banane arcobaleni e la minaccia finale di un tasto encore, che anche questa volta abbiamo schiacciato.

*O sfruttare le promozioni di Trenitalia per recarsi da Bari ad Arezzo per ballare tra l’una e le cinque in un centro direzionale con Justice, Shit Disco, The Juan Maclean, Tim Sweeney e il progetto elettronico di Samuel dei Subsonica.

21.6.06

Io lo facevo sempre quando avevo dieci anni

E suppongo di non essere il solo.

Prendi una canzone da un trentatrè giri degli anni Settanta. Per esempio:
Waterfall dei 10cc.

Suonala a quarantacinque giri.

Aggiusta un po’ i volumi e inseriscila nel tuo nuovo disco, per esempio come ha fatto Linus Loves, compare di etichetta e di malefatte di Mylo.

(letto su Arjan Writes)

La vita al tempo dei format televisivi

Ma a questo punto Bossari è disoccupato?

20.6.06

Pop will broke itself

A un certo punto uno arriva e dice “Rompo il pop”. Il pop lo guarda e sorride sardonico. E quell’altro, “Be’, almeno lasciati infiltrare”. Il pop sorride di nuovo, lo riguarda e pensa che se avesse dei globuli bianchi, li tingerebbe di arancione e azzurro. Ma non ne ha bisogno.

Gli Halma di Amburgo prendono in mano il twee-pop degli Architecture In Helsinki e lo trasformano in una tentazione senza atto. Il crescendo iniziale funk ed elettronico flirta con l’ascoltatore e promette un’esplosione ritmica e danzereccia. Che non ci sarà. La musica che ascolto ultimamente mi sta abituando male.

Do The Whirlwind (Halma’s Remix) - Architecture In Helsinki

Il basso-non-basso circolare di Lavendermist dell’irlandese Si Schroeder è scuro appiccicoso, del nero della pece di una barca di legno rattoppata per il piacere di turisti in cerca di pittoresco a basso costo. Quando arrivano i pifferi penso che sia legittimato in quanto irlandese e in quanto riporta alla mente certe quattro di mattina estive davanti a Chill Out Zone nel 1997.

Lavendermist - Si Schroeder

Una non-canzone degli Hidden Cameras. Dove i violini non sono viulini, le chitarre non sono chitare e dove i soliti cowboy di Brokeback Mountain sono circondati nella notte dai fantasmi del cimitero indiano.

Heji - The Hidden Cameras

Gli Xiu Xiu hanno sempre canzoni come The Fox And The Rabbit, canzoni dove ogni singolo elemento preso a sé ostenta una facilità pop a tratti imbarazzante. Però i pezzi sono appunto pezzi, attaccati uno troppo accanto all’altro, spigolosi. Ma nel pop ciò che è spigolo, quando taglia, luccica.

The Fox And The Rabbit - Xiu Xiu

Il Brennan Green remix di Dragon di Dondolo è infinitamente meno fico del remix di Shit Robot nella sua non troppo celata intenzione di essere fico. La sua struttura a loop di un oggetto che cade ripreso da diverse inquadrature risente molto dell’atmosfera da finto film di serie B. Tanto più che l’oggetto che cade forse non si romperà nemmeno.

Dragon (Brennan Green Mix) - Dondolo

15.6.06

Se chiami un post Mondo Fantasma, rischi che il suddetto post si trasformi in un post fantasma

Molto impegnato sul lavoro, rimando la chiusura e pubblicazione di un post molto articolato proponendovi soltanto il finale.

D'altra parte l'ambiguità alla base di tutto il concetto di Pipettes è simile a quella che caratterizza il fenomeno del porno degli anni Settanta e il suo equilibrio tra sfruttamento becero delle pulsioni, istanze di estetizzazione e missione di esportazione in provincia della liberazione sessuale. In fondo sul suo myspace, la pipetta con gli occhiali indossa occhiali molto più modaioli dei suoi soliti da nerd e si professa una grande amante del porno dei primi anni Settanta. E, non a caso, il nuovo video di Pull Shapes è una ricostruzione pedissequa di una scena tratta dal film di Russ Meyer Beyond The Valley Of The Ultra Dolls.


12.6.06

The Producer

Ma quel pezzo enorme che è Harrowdown Hill, è prodotto da Diplo? Baile Thom, baile.

Il giustiziere a mezzanotte


Elogio alla viralità. YouTube officia tributo a Carpenter attraverso musica dei Justice, uno dei fenomeni più da passaparola degli ultimi tempi. (In realtà soltanto un pretesto per riportare l'attenzione sulla canzone con cui qui si è chiuso l'anno scorso)

Storie da un lungo sabato sera /2: Sono apparso agli Ozric Tentacles

Come si era detto Ozric Tentacles e le loro interminabili divagazioni sulla rava e la fava dello spazio temporale orbitante hippy. Abbiamo cercato di evitarli in tutti i modi, ma. Ma si voleva dare un’occhiata al djset a seguire, programmato per l’unaetrenta. A solleticare l’intenzione anche il vantaggio che l’entrata per il concerto prevedeva lo sgancio di sedici euri a fronte dei sei del djset. Così ci presentiamo sul posto una buona ora dopo la fine prevista, paghiamo il prezzo inferiore ma dentro troviamo la banda in tutto il suo splendore che manda in estasi un pubblico composto per il settanta percento da punkabestia griffati Cavalli, per il venti da fricchettoni con panza e catetere optical e per il dieci da un miscuglio indefinibile e ascrivibile al successivo dj set. Alle tre sono stati chiamati a gran voce per un bis che sarà durato una ventina di minuti di elementari figure al sintetizzatore. Non mi è restato che prenderla in maniera simpatica e farmi autografare il biglietto dal riccioluto chitarrista, che non riconoscendomi ha scritto prima della firma “For ?” (prossimamente foto sul flickr).

[Per la cronaca il dj-laptop-set prevedeva della tech-house (o, da ignorante, così almeno mi è sembrato) per me abbastanza noiosa]

Storie da un lungo sabato sera /1: Don’t Change Channel

Arrivano i mondiali di calcio e il sabato sera si esce dopo la partita. Non vi salti in mente di cambiare canale durante una pausa di gioco però. Su All Music potreste finire nelle grinfie di Provenzano DJ (sic) che potrebbe sottoporvi a barbarie di questo genere durante M2All Shock.

[Per chi non avesse visto, il figuro in questione mixa canzoni e rispettivi video e nella puntata di sabato scorso per più di dieci secondi la rana pazza del video dei mondiali (We Are The Champions…) ballava intorno al Tiga di Far From Home remixato da Digitalism]

8.6.06

(Cry) Babies

L’altro giorno mi chiedevo cosa fanno in questo momento i bambini delle canzoni di Aphex Twin. Ammesso che fossero stati infanti in quel periodo, oggi avranno sì e no undici-dodici anni. Oppure quattordici-quindici, se pensiamo che forse Richard D. James li aveva registrati qualche tempo prima. Chissà se sanno di essere stati i bambini di Aphex Twin, se sono milionari e frequentano cliniche per il trattamento psichiatrico delle giovani star, se vivono in un noioso e tranquillo anonimato. A che feste non vanno, che musica ascoltano, vivono le loro prime pene d’amore come comuni adolescenti? Qualcuno dovrebbe metter su un reality show a tal proposito.



Zu Fuss (Mutter Mix) - Extrawelt
F.U.D.G.E. - Para One

7.6.06

Riot On An Acid Loud

Amici, compagni, acidelli. Ci sono tanti suoni che arrivano e passano come se non fossero mai esistiti. L’acido no. L’acido non mente mai. La chitarra acida, il basso elettronico acido, il nuovo gruppo di Erlend Øye di passaggio in Belgio acido. Che l’acido non si svalutasse lo sapevamo, che non fosse soggetto a inflazione pure, ma ora ne siamo ancora più convinti. Grazie allora occhialone per esserti prestato a questa simpatica campagna a favore dell’acido.



The Acid Never Inflates (Gelatina di Agrumi maxcar mix) - The Whitest Boy In Belgium

6.6.06

Hot Chip won’t break our legs

A meno che non li prendano per la domenica, i chip calienti non saranno allo Spaziale di Torino, causa supporto ai Pet Shop Boys a Londra per le due date del 28 e del 29 Giugno. Si incrociano le dita affinché la serata di sabato dell’Elettrowave ad Arezzo non subisca perdite.

5.6.06

La Paura Fa Novanta Video Aggregator











Papà, se passi dal supermercato mi compri quattro C90 che devo registrare un concerto alla radio?

Tra le tante pieghe che hanno preso ultimamente i miei ascolti c’è quella vagamente cosmica. Cosmica, ma non al punto da giustificare il mio interesse per un concerto degli Ozric Tentacles, sia detto. Gli Ozric Tentacles, ma dico, possibile che l’unico concerto di nome di questa fine primavera a Bari sia quello degli Ozric Tentacles?