L’alfiere del t-logging prende a pretesto una polemica tra privilegiati per cantare le lodi del suono minimale: “Proprio l'imposizione di un limite ti costringe ad utilizzare al meglio le risorse che hai a disposizione”.
Il giornale inglese si spinge oltre e racconta la minimale ai colleghi del lavoro e ai blogger di mezza età: “At the heart of minimal techno is a yearning for liberation”.
Curiosamente entrambi utilizzano la metafora dello spazio da esplorare e citano nomi che forse c'entrano poco col genere (tipo Bach e Kylie Minogue), ma mentre loro scoprono il magico mondo delle pernacchiette generate in random e frullate con Ableton, l’APRI (Associazione PR Italiani) assicura che il prossimo inverno sarà tutt’altro che minimale e all’insegna, come la scorsa estate, di cori da stadio, fisarmoniche e mezzi-soprani ispanici.
5 commenti:
Non mi stupisco che Corso Sempione e il Guardian arrivino sulla minimal, ma quanto più che esista un'associazione pr italiani.
E comunque io un pr che viene a dire che non ci saranno cori e hip ispanici non l'ho ancora sentito. Una moda tutto l'anno tutti gli anni.
che visti, gli sviluppi previsti, attende con ansia qualcosa di paragonabile a "sueño latino"
Sto provando l'ebbrezza di avere (anche) un blog minimale. Mi sa che lo chiuderò presto.
non centra niente, però ho visto che stai ascoltando il nuovo di gregor tresher. non trovi che "a thousand nights" avrebbe spopolato la domenica pomeriggio nelle discoteche di provincia intorno al 1994? forse è giunto il momento di una reunion degli Snap.
eheh. Tresher ascoltato solo una volta: riffoni trance e zanzare elettro. Troppo in faccia e poco inventivo. Sul genere preferisco Guy Gerber
Posta un commento