16.10.07

A guide to recognizing your beasts (La vita, Avril Lavigne, Eric Roberts e le vacche)

Assente giustificato. Ho lasciato tutti qui, ma nessuno mi ha mai lasciato. Durante la scorsa settimana sono stato un messicano addetto al nastro interiora vestito con una tuta depersonalizzante che scaricava le sue tensioni una volta al mese durante il negro day. Unica consolazione, una storia di amore adolescenziale con Rosario Dawson, ma a sedici anni per quanto l’istinto cerchi di pizzicarti la coscia, preferisci perdere tempo in attività infruttuose tipo riallineare i genitori con la realtà che li circonda, la musica in tv, gli stati dissociativi indotti da videogame e la scrittura di temi di attualità. Ero uno specialista dei temi di attualità uso chiusura ciclo di studi, fin da quello degli esami delle elementari, in gran parte ispirato dalla raccolta di figurine del WWF, completata anche attraverso l’invio dei punti dei succhi Valfrutta. Durante l’anno non mi abbandonavo mai a una simile tentazione, vuoi per il mio professore di Italiano delle medie fissato con l’economia politica, vuoi per la professoressa di Lettere del biennio di liceo che cercava di traviarmi con tracce letterarie sul Novecento dai temi ispirati e che prevedevano l’uso di moderne tecniche di analisi, vuoi perché la prof. del triennio proponeva noiosissimi titoli sulla realtà che ci circonda (il consumismo, i giovani, la crisi dei valori, Satana). I miei tre sconfinamenti nel territorio del chiacchiericcio su foglio protocollo avevano bene in mente una e una sola cosa: un tema di attualità non funziona se lo scrivi come un tema di attualità. Devi scombinare le carte, altrimenti la gente non arriva alla sesta pagina delle tue tredici sulla genetica e sulle libertà della scienza per l’esame di maturità. Ma non basta, Richard, altrimenti saremmo soddisfatti di Avril Lavigne che spinge vacche. Un minuto di macellazione con sottofondo dei Friend Of Dean Martinez che sembrano dei Sigur Rós grigliati al sangue strapperà anche le lacrime delle sciure della city fan del vegano biologico, ma a noi sembrano solo un mezzuccio: in Sicilia da secoli castriamo gli agnellini e fino a che non sono arrivate le pistole elettriche, i crasti venivano uccisi con taglio alla giugulare e morivano per dissanguamento tremando di freddo fino alla loro fine. Ti perdono solo perché passerei ore intere a guardare un film intitolato "160 Ore di Tuta Depersonalizzante – Parte IV" e tu nel frattempo del coso sugli hamburger e del coso su Dick che sembra un’auto che cerca di spuntare in seconda sommavi facce su facce su facce e io ho sempre il problema che non so mai se salutare qualcuno perché non sono fisionomico e ho sempre il terrore di salutare qualcuno che in realtà non conosco o che non si ricorda di me.

Come quando la si mette sul personale. Meno parli di te stesso, più gli altri si interessano. Più sei in fuga da te stesso, meno difficoltà trovi a raccontarti. Ma quello che racconti è spesso un noioso tema d’attualità egotica. Come questo paragrafo fino a questo punto. Gli altri non ci interessano, è il concetto di fondo. L’unico modo di mettersi al centro dell’attenzione è allora diventare emanazione altrui. Dei tuoi santi, per esempio. Una certa musica indie col fuzz morbido di sottofondo. Un sintetizzatore diamantato che scartavetra una lavagna. Poi ti stufi e corri da un’altra parte. Che tu li abbia scelti o no, loro intanto ti hanno salvato e raccontato. E se avrai voglia e ritornerai, saranno ancora lì con un sorriso sornione a mostrarti come sei cambiato.

Serve infine il trucco della somma delle parti come in HighSpray Musical 2. Io mi sono scaricato la colonna sonora la mattina dopo la visione per rinfocolare in ufficio la voglia di sradicare le poltrone del cinema e ballare sul posto coi capelli tirati indietro con la saliva, ma le canzoni sembravano prive di dinamica e di trasporto. La cosa bella è che erano così anche al cinema solo che erano riprese con telecamera fissa e zoomante stile tv anni Cinquanta ed eseguite su coreografie neanche troppo inventive. Gli attori erano candeggiati rispetto agli originali per il pubblico familiare accorso in sala, eppure il trucco della somma delle parti funzionava e se solo avessi avuto i muscoli avrei roteato a mulinello il seggiolino sul finale. Somma è bello, ma non sempre riesce. Per dire, Villalobos continua nella sua operazione di etnologo recuperando Santiago penando estas di Violeta Parra: i giovincelli tedeschi eiaculano e si scambiano sottobanco il cd-r della sua registrazione live (ammetto, la possiedo anch’io). Quello che fa è encomiabilmente politico sotto certi aspetti, ma funziona solo grazie al trucco e a come la presenta dal vivo. Poi arriva un Sanim, fa la stessa cosa senza che la somma delle parti funzioni con simile grandezza, col risultato che a me sembra una parodia e ai tamarri del mondo il successo dell’estate tanto che diventa pure sottofondo della pubblicità di un automobile con Linus e Nicola Savino. In mezzo si situa Onur Özer che va per suonare la malinconia turca di un seraglio antico e Bang & Olufsen allo stesso tempo e ottiene invece soltanto una scena alla Ozpetek, paragone che avrebbe senso se solo mi fossi convinto a vedere una volta un film di Ozpetek. Risultato? Se riesci a girare un film che fa piangere i maschi a partire dall’orrore del ‘tu che dirigi un film basato su un testo che hai scritto su te stesso”, da Shia Lebouf e da una manciata di banali canzoni contestualizzanti, non è soltanto perché a un certo punto spunta Eric Roberts e noi tiriamo fuori la trombetta da hooligans e la consumiamo tutta sul suo sorriso sornione mentre cerchiamo di spiegare la nostra piccolezza. È perché, fortunatamente ancora un’altra volta, qualcuno racconta storie altrimenti trascurabili rendendocele importanti e nostre.


Seraglio - Onur Özer
Baker Street - Gerry Rafferty

4 commenti:

Anonimo ha detto...

voglio anche io le droghe che prendi te

pero': Meno parli di te stesso, più gli altri si interessano. Più sei in fuga da te stesso, meno difficoltà trovi a raccontarti.

e' molto vero

a.

la_scarpa_che_respira ha detto...

it' all gone Enrico Ghezzi

domeatape! ha detto...

...accidenti...

maxcar ha detto...

@a.: se vuoi debuggare del banale e malefico c++ ti preparo un account sul nostro cvs

@la scarpa: c'ho tante magliette bianche di casa come EG

@domeatape!: doppio accidenti, triplo!