8.11.10

Yangns

(che suona un po' come young guns, young ones, young unz, young gones)

Giovedì scorso, serata di apertura di Club To Club X-ima edizione

Trascuro il live al Carignano dei Plaid coi suonatori inglesi di pentole indonesiane (video esplicativo) e comincio direttamente dal Mirafiori Motor Village.

Andrea Frola apre la serata con un set di carezze disco-house e cede la scena a Floating Points con il rallentamento orgasmico di Lil Louis. Se avete letto un qualsiasi articolo su Sam Shepard, saprete bene che tutti puntano sul fatto che mentre vorrebbe tanto diventare il Moodymann inglese, tra hittoni digitalnegri e jam session funk suonate e cantate è impegnato in un PhD in farmacologia sul tema regolazione del dolore a livello di microRNA. Il caro vecchio luogo comune che sai i musicisti elettronici sono tutti un po' scienziati pazzi. Floating Points sembra invece il prototipo del ventenne rosso inglese che non pensi possa esistere fuori da un pub con la pinta in mano o dalla curva del Manchester (City? Utd? E invece nessuno dei due, in un'intervista ha dichiarato "Sono cresciuto in un quartiere di Manchester vicino al vecchio stadio Trafford (ahah per la traduzione), assistendo a molta più violenza di altri ragazzini. Quindi ho sviluppato un'antipatia per il calcio e sono rimasto a casa a suonare il pianoforte."). Per farla breve apre e chiude un set ultravinylistico con lo stesso pezzo brasilian-saudade con voce femminile che purtroppo non riconosco, per più di metà del tempo mette in sequenza un misto di crostoni e b-side funk, soul, jazz e garage con mixato netto e/o non in battuta e inspiegabili togli-tutte-le-frequenze tranne i 70khz rimetti-tutte-le-frequenze e solo dopo aver creato un'atmosfera strana ma feelgood, comincia a iniettare prima della house primigenia e poi dei pezzi techno tondi e a loro modo neri tra i James Brown meno noti, i pezzi afrojazz e gli Scott Groovoni. Una dichiarazione ovvia di giovinezza e di amore per le radici, che purtroppo ha messo in secondo piano il suo ruolo nel filtare quelle cose con freschezza.


Vacuum Boogie by floatingpoints


Subito dopo sfoggiando una sagoma e un ciuffo a suo modo nazistoide, Joy Orbison prende il possesso del mixer e lancia Gipsy Woman di Cristal Waters (sì, la ra li la ra la, mo m'pighhj' a Nicolett', ca m' suonn' la trombett'). Tutta la prima parte del suo set è farcita di house ultra funky al limite della step inglese. Poi purtroppo si incattivisce e la funky house diventa quella cafona inglese odierna coi synth scorreggioni-rave e le ritmiche che mi innervosiscono. Fortunatamente il finale è tutto nelle sue corde di produttore, con ritmiche spezzate, bassi e synth profondi e i suoi pezzi migliori. Il sorriso ritorna e si è pronti ad affrontare il giusto riposo in vista del tour de force dei due giorni successivi.


Joy Orbison - Hyph Mngo [HFT009] by Hotflush

2 commenti:

fede ha detto...

Ciao Max alla fine ci siam persi di vista cmq grazie per la splendida serata e salutami Lorena!

Cmq su tutti e tutto shackleton, shed e abbott

alle pentole dei plaid mancava solo mastrota

maxcar ha detto...

e sul materasso la tibetana (ahah,sono andato a informarmi sulle origini di Kate Wax)