21.2.06

There Is No Ending


Aidan Moffat solleva il suo ginocchio sul monitor di palco, Malcolm Middleton ride. C’è dell’ironia voluta nell’affidare la chiusura ad It’s a Heartache di Bonnie Tyler, così banalmente lineare in apparenza e invece così ebbra che il Circolo Degli Artisti, ancora sull’onda del non-finale del precedente bis, diventa un enorme pub dei sobborghi di Falkirk in preda della gioia alcolica più sfrenata. Fa poca differenza che io non abbia toccato simili bevande nelle ultime ventiquattrore, l’aria del concerto romano degli Arab Strap è quella: i barbuti padri di famiglia con le guance rosse delle pinte passate di There’s No Ending forse non sono più soltanto la tradizione dello sgabello accanto, sono l’uomo maturo che confessa nell’appena precedente Big Brother la gelosia per la gioventù degli ultimi dieci anni, per i letti sfatti in cui non rimane nessuno, fino alla prossima bevuta.



Si cambia e cambiano millimetricamente i temi delle canzoni. Sono forse più in pace con loro stessi gli strappi e non lo nascondono. C’è ancora tutto il bagaglio del passato nella fuga del cantante dal microfono a ogni parte strumentale, nella fine improvvisa delle canzoni, nell’iterazione ipnotica che una volta era della drum machine e che ora è della chitarra. Mancano le sfumature di fiati e archi, risolte con riverberi e impatto da Middleton, e forse manca la disperazione assoluta del non sapersi disperare, che emerge solo negli episodi cronologicamente più lontani.



Il sottile equilibrio tra il presente e la rilettura del proprio passato si sintetizza allora nella scena madre del concerto, tributo alla produzione alcolica pugliese. Mentre Malcolm Middleton si affida a brevi sorsi di San Severo Rosso, Aidan Moffat apre una lattina di Peroni dopo l’altra. A un certo punto, incitato dal pubblico, ne stappa una e la ingurgita tutta in un sorso raccogliendo il tripudio generale e superando incolume il rischio del blocco gastro-intestinale. Alla lattina successiva tutti quanti chiedono il bis, ma lui stacca la linguetta, si bagna appena le labbra, sorride sornione e dice che non ci sarà una seconda volta, ragazzi.

Nessun commento: