James Blake ha la faccia da bambino delle barrette Kinder. Suona nei Mount Kimbie (e se siete miei frequentatori non vi devo spiegazioni), ma da poco è partita anche la sua carriera solista con un singolo su Hemlock. Musica figa che nasce dai bassi (ok, il dubstep non esiste più), ma James facciadibambino di soppiatto sempre più spesso aggiunge un elemento straniante per il genere. Canta. Nel maggio scorso per aprire e chiudere un mix per Electronic Explorations cantava (una cover di Limit To Your Love di Feist per aprire e un'imprecisata I Never Learnt To Share alla fine). In questi giorni invece circola una sua dubplate intitolata Measurements che nell'escalation paracetamolo-antibiotici-cortisonici e nella riduzione continua tra una misurazione della temperatura e l'altra aspira ai fumi dolenti di certi classici (Tim Buckley o l'Anthony meno insopportabile) mentre sullo sfondo le godurie produttive del dubstep vengono applicate ad elementi classici (gli stop e le ripartenze coi controcanti basso-diffratti, lo spezzatino di elementi, l'atmosfera per sottrazione). Sette giorni e la febbra non passa.
Measurements - James Blake
Nessun commento:
Posta un commento