(Piccola parentesi per quelli che leggono ma non sanno chi si sia Omar S: tra i santoni della techno/house di Detroit, lui è quello che lavora ancora in catena di montaggio alla Ford, controllo qualità dei pezzi. Fa musica in bilico tra funk e meccanicità, anima e robotica, ma poi si lancia in interviste, spesso incoerenti tra loro, in cui insulta tutto e tutti e sembra solo un allupato del soldo e della tastiera)
Dalla zona della pista dove mi trovo non lo si vede: il Giancarlo2 ha una console su una piccionaia sopraelevata e solo alcuni posti consentono l’eye-contact dj-pubblico. Quando salgo le scale per dare un’occhiata (si può, niente zona combriccole tipo quelle dei due giorni successivi) Omar S ha proprio quel grugno delle foto promozionali da “vaffanculo stronzi” che è l’esatto contrario delle buone sensazioni che vengono fuori da quello che passa. Il filo cosmico iniziale attera sulla house di Chicago, aumenta per poco la massa con una sequenza più vicina alla techno e all’acidità per poi ritornare al soul. Sempre morbidissimo, pieno di classi-coni e di molti pezzi suoi perché come sapete la musica nuova fa cagare e anche gran parte della vecchia, se non è la sua. Rido tra me e me e mi chiedo se sa di aprire per un festival gemellato coll’odiato DEMF in cui ci saranno tanti degli stronzi che ha preso di mira nelle interviste e che la gente non paga per sentirlo. (Se non si è capito Omar S mi diverte assai)
Siccome Omar S però non sopporta gli stronzi che su internet gli rubano dei soldi mettendo i suoi mp3 così che la gente del terzo mondo se li scarica invece che comprarli, in onore del fatto che sono tornato a piedi dai Murazzi a Corso Francia (dannata sostitutiva della metro che parte alle cinque) canticchiando il sample del suo ultimo pezzo e dato che in un’intervista a Fact Magazine chiuse in maniera completamente slegata dal pippone sull’io-padrone-di-me-stesso dicendo “Oh, and something else that you might want to throw in there, I don't how you can fit this in, but – you know who Florence Ballard is? From The Supremes? I was related to her, if you want to put that in. She was an aunt of mine. I ain’t never told anybody that before.” niente mp3, ma il video del gruppo della zia che canta il sample del pezzo del nipote.
4 commenti:
scoperto e ascoltato e comprato grazie al mix del fabric, intenso direi, come olio di ricino al pistacchio.
Ahahah! Uno stronzone con tutti i crismi, se fossimo in un telefilm Omar sarebbe sicuramente un personaggio di The Wire.
Ma il disco nuovo? Disperso?
Ah ah ah ma allora è vero davvero che è stronzo! Avevo giusto letto un'intervista su Trax in cui diceva che non ascolta nulla di nessuno. Per ripicca ho scaricato il suo mix a sbafo.
del disco nuovo non so niente. però ci tengo a dire che dal vivo a parte il grugno non è stato stronzo per gnente. ha iniziato presto, è durato abbastanza, è piaciuto, cosa chiedere di più
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