12.11.10

Dalle superstizioni alle certezze

Club To Club X - Sabato Notte, Lingotto

Sbaglio la circumnavigazione di Torino per raggiungere il Lingotto e il Gran Finale del Club To Club, ma entriamo in tempo per gustare i primi tre quarti d'ora di Shackleton. Per farlo dobbiamo attraversare il padiglione ancora in fase di riempimento molestamente sonorizzato da Riva Starr. Meno male che in Sala Rossa sono solo Shackletonnellate: ancora più angosciante e percussione di guerra santa che nel precedente live torinese, propone alcune chicche come il nuovo singolo della sua nuova etichetta o nuove riflessioni sulla prossima esplosione degli equilibri tra occidente, medio oriente, africa e antartide. Saltella come sempre come un avvoltoio in camicia davanti al notebook e strozza possente una sala già torrida e senza ossigeno.

Hypno Angel - Shackleton

Lo salutiamo per i Modeselektor, il cui live è una genialata: scimmie grasse fanno le facce, mandano i bacetti, si incazzano, si gonfiano di steroidi e bombole di gas, rizzano il pelo, sembrano attacarti e invece ti sorridono. I visuals di Pfanfiderei, pezzo forte della serata (anche per Holden e Dettmann mi è sembrato), pompano l'immagine dei due ignorantellettuali fino a farli diventare wrestler su una Art & Cash che stronca ogni resistenza, pettinano erba in bianco e nero su Deboutonner e sonorizzano l'eurovisione del Black Block. Lenti ma adrenalinici. In mezzo qualche pezzo cantato di quelli coi vocalist che non mi piacciono e non riconosco e forse mi sogno pure il remix su Skream. In sala rossa invece il batterista degli XX sciorinava tranquillo il suo dubstep ovattato e melodico e troppo fighetto per essere apprezzato a confronto della sovraeccitazione parallela fuori dal boiler, dove presto torniamo. Sembra che tutto possa preludere al passaggio di consegne a James Holden quando i Modeselekti impersonano in playback due omosessualissimi Bjork ed Anthony Hegarty che si strusciano sul loro remix for girls di The Dull Flame Of Desire. Invece stappano una bottiglia di champagne sul pubblico e chiudono con una violenta Kill Bill Vol.4 e temo molto su come possa raccogliere le consegne il dj meno muscolare della scaletta del palco grande.


Modeselektor - 27 Art & Cash Live (Recorded @ Electron Festival Geneve 2009) by freddiegemini

Pare che fortunatamente Holden avesse in saccoccia del materiale vagamente industriale in onore del fantasma della fabbrica fordista e così la transizione con le mitragliate di denti di sega e bassi precedenti viene assicurata da Factory Floor, Mental Overdrive e Alan Vega che remixa i Fuck Buttons. Anche i ritmi sono leggermente più veloci che in altri set (comunque più lenti che in un djset techno medio). Il remix di Bowls è gestito con carattere (subito cassa e più rapido e "grosso"), ma da lì in poi si deriva verso il suo suono, con un passo galleggiante e melodie psicocircolari di tutti i sodali che si remixano a vicenda e vengono punteggiati da ripartenze cosmic disco o pezzi appena più arrotati. Il colpo d'occhio è inquietante: la folla ondeggia, non balla veramente (il cassone latita), ma non si incazza. Scazzati o rapiti, anche se io opto per la seconda perché in quelle condizioni lo scazzo diventa quasi automaticamente violento. Sospendo per cinque minuti la modalità fanboy e facciamo un salto in sala rossa per un saluto tributo a Shed che risponde passando il suo Wax 20002 - B. Holden nel frattempo suona mezza discografia degli ormai eroi nazionali Margot (anche se Voci Giaga velocizzata sembrava cantata dai Chipmunks) e pare che Kate Wax balli in prima fila insieme al bassista. Dettmann sale a salutare e, sulle statue di marmo in bianco e nero che Pfafinderei introduce dopo due ore di grafica astratta, Holden passa un pezzo di Kate Wax che avremo sentito anche qualche ora prima ma sul megaimpianto e con la produzione del prossimo disco e con l'atmosfera straniata di una discozombieteca degna di Shaun Of The Dead romba marziale e dolente, con gli arpeggi ribollenti e le percussioni slabbrate. Perfetto finale anche se si chiude con The Medium Is The Message.


A questo punto Dettmann prende possesso della folla con i suoi ormai rinomati balatoni techno come se non ci fosse mai più un domani che abbandoniamo presto (sentito già altre volte, anche se pare che l'ultima parte sia stata gustosa), in favore del meritato riposo. Purtroppo il giorno dopo Oneohtrix Point Never ha cancellato per il litigio col manager e ci risparmiamo il tour esoterico / musicale, dato che alla superstizione preferiamo le certezze e le 6000 persone di sabato e le 25000 di tutto il festival sono la certezza di potere affrontare il futuro senza corna, amuleti e dita incrociate.


VOCI GIAGA by margot

2 commenti:

david ha detto...

ma son solo io o la prima parte (con factory floor, fuck buttons, il suo remix di caribou ecc) spaccava ed era appropriatissima? in confronto i mille pezzi dei margot erano eurotrance!

maxcar ha detto...

punch sull'impiantone però era da sturbo