9.11.10

Teatro di bassi

Club To Club X, Venerdì, Teatro Carignano, Hyperdub evening

Arrivo più o meno all'ultimo minuto ma mi salva la mezzora accademica di ritardo sull'ingresso. A quel punto la cosa più divertente da fare è cercare di approfittare dei riflessi della folla e in men che non si dica non appena comincia l'ingresso dalla porta principale, entro insieme a una decina di altri dalla porta a fianco che non dovrebbe essere aperta. Tanto quasi tutta la platea è riservata a quelli che andranno via prima della fine e io mi accomodo in ultima fila centrale privilegiando l'acustica alla vista. Tanto sarà tutto scuro ed hyperdub.

La serata è interamente dedicata alla casa discografica che sta ridefinendo i confini dei bassi che incontrano l'elettronica. Il piatto forte è indiscutibilmente il gran patron Kode9 che suona Burial. La malinconia di Endorphin aleggia nel buio, poche luci verticali illuminano in maniera parsimoniosa il velluto dietro Kode9, e si tramuta in Fostercare. Il crepitio che non sai se sia puntina, pioggia o falò delle puttane segnerà un set strano fatto di frammenti da trenta secondi, schegge subito interrotte di pezzi nuovi e vecchi che incantano con le solite voci e i soliti rumori ma anche con divagazioni più o meno nuove quando il suono diventa più sintetico che in passato o persegue le stesse dinamiche di Moth. Prophecy e Vial. Il pubblico insieme intimorito e distratto dalla ADHD di Kode9 punteggia con qualche applauso e urlo fino alla conclusiva Ghost Hardware. Una roba che lascia insieme interdetti come da uno spot pubblicitario troppo veloce e a bocca aperta come una meraviglia perfetta e fuori posto.


Kode9 Presents Burial - Studio Session, Mary Anne Hobbs - BBC Radio 1 2007-10-17 by +dB

Kode9 taglia corto e accoglie sul palco il fido Spaceape. Io ho un problema con Spaceape: capisco l'hardcore continuum e tutti quei fatti, ma su disco la voce da caffettiera intasata giamaicazza mi urta e mi impedisce di apprezzare la musica di Kode9. Fortunatamente dal vivo, complice un pitch reale più alto, Spaceape è molto meglio che su disco e il live fatto per gran parte di Memories Of The Future e dei vari singoli sparsi tra ep e compilation ormai è oliato e solido. Certo l'impressione è quella che tutto ciò si trovi nel posto sbagliato, lontano dalle radio pirata e dai capanannoni industriali in disuso. Mentre l'operazione Tristano, von Oswald, Craig trovava un senso sul palcoscenico teatrale (o a memoria anche le contaminazioni warp/musica contemporanea dell'auditorium di qualche anno fa), qui purtroppo al di là dell'ottima musica l'effetto era quello del king kong incatenato.


Kode9- You Don't Wash (Dub) by !K7 Records

Se l'ottima sequenza della prima ora pur non soffrendo di inferiorità, semmai risultava limitata e ingessata dalla cornice formale, il bello doveva ancora venire. Per un attimo ho rimpianto di non aver preferito, nel lontano 2008 a Londra, (un dj set? live? de)i Darkstar che all'epoca erano un duo dubstep elettronico col solo singolo convincente di Need You / Squeeze My Lime a una divertentissima serata disco con la cricca ormai scomparsa della Dissident. Invece forse i Darkstar avrebbero fatto schifo anche nel 2008. Allineati come dei Kraftwerk? no degli Alphaville (metafa fregata a fede) e in mezzo Jay di Jay e Silent Bob a cantare, mettono in sequenza i pezzi di North in quasi totale base registrata, se si eccettua appunto la pianola sempre con lo stesso suono e due o tre beat cadenzati alla sinistra. Si parte con Dear Heartbeat. Il vocalist poi, chiaramente su di giri, comincia a fomentare il pubblico che decide di allontanarsi, si incazza coi fonici e rompe le righe innervosendo i due Darkstar originali. Gold arriva subito, su Aidy's Girl viene cantato qualcosa, c'è anche la cover dei Radiohead e ormai rimangono pochi entusiasti, tra la voce che non ci arriva e i proclami per cui cazzo se avessimo avuto un volume decente vi avremmo fatto vedere. Io rimango nella speranza che sbrocchino completamente e in fondo per il meraviglioso interrogativo di questi Darkstar che sono un gruppo elettropop che fa di tutto per farsi mandare a fanculo e invece viene pubblicato da un'etichetta con due palle così, viene chiamato a esibirsi pur non avendo niente da dire dal vivo e in fondo trattiene qualcuno fino alla fine con la sua strana fragilità.


09 - Dear Heartbeat by charli6543

5 commenti:

delio ha detto...

ah! ah! ah! fede e gli alphaville! ah! ah! ah!

(c'è qui un povero emigrato che non l'ha capita. gliela spieghi?)

a. ha detto...

al lingotto sabato ho sentito chiaramente un tipo della sicurezza urlare "maxcar" oltre la transenna...

fede ha detto...

ero io, vale a dire il Fede degli alphaville e non della sicurezza ma semplice giornalista col badge :P

maxcar ha detto...

@delio: vedi a non usare le maiuscole? provvedo con link, oltre a depurare due o tre ripetizioni e un refuso da privazione di sonno

@a.: giuro che in coda al Carignano sono stato più volte tentato da esordire con "ma tu sei quello della tv dell'internet!!!"

a. ha detto...

maddai, sei un cagasotto!