28.11.10

Tron-i, non ci sono paragon-i

Viviamo nel futuro, non abbiamo bisogno di inseguirlo questo weekend.

Avrei potuto barcamenarmi tra la dubstep venata di techno di Jack Sparrow all'Imbarchino sulla sponda del Po e la giovane promessa russhouse Nina Kraviz in un postaccio e ritrovarmi teletrasporato in un afterhour ai Murazzi con Deadbeat che suonerà domani mattina dalle sei (i pseudo dj elettromilanesi buoni per il pubblico dei mINISTRI non son degni nemmeno di nomina). Ma c'è il Torino Film Festival: solo che mi faccio convincere che il sopporto di una storiaccia romantica scema di due scemi che non siamo noi non possa essere affiancata a un concerto dei Broken Social Scene in cinemascopa (This Movie Is Broken) e finirà che domani non mi deciderò tra l'ultimo Carpenter e lo sbaglio Suck dei vampiri + vecchie glorie rock. Così rimango a casa e mi interrogo sulle colonne sonore di Tron. Domani dovrebbe nevicare.

Nel 1982 avevo sei anni e avevo deciso di abbandonare la droga pesante della pagina puzzosa di petrolio di Braccio di Ferro (con cui, tra l'altro due anni prima, avevo iniziato a leggere) in favore dei miei primi numeri patinati di Topolino (penso si fosse intorno al numero 700 e ricordo quell'anno anche un mazzo di carte natalizie in allegato). Su Topolino si parlava di Tron, c'erano delle immagini che non erano a fumetti. Ricordo che la cosa mi stranizzò e mi informai sulla stampa seria (credo Il Giornale di Sicilia, immagino già all'epoca diretto da Giovanni Pepi, ma lo dirigerà ancora Giovanni Pepi o sarà concondirettore, cenni di pepi?) riguardo al film-tentativo di mimesi col mondo dei videogiochi. Pare che all'epoca fu un gran flop. Wikipedia mi dice che incassò il doppio dei costi e immagino che per un film Disney (Topolino!) fosse niente, ma - ehi - fu un successo/cult negli anni a venire per il VHS e i muri delle camerette dei cervelloni che scoppiarono con la prima bolla della new-economy - io a ventanni non avevo un garage ma un posto macchina all'aperto. Morale della favola End of line: non vidi Tron a sei anni e per i ventotto anni successivi.

La colonna sonora di Tron fu commissionata a Wendy 'aranciameccanicaswitchedon' Carlos. Le affiancarono l'Orchestra Sinfonica di Londra per normalizzarla in termini di tempo ciclo e di resa sonora e lei se ne uscì fuori con i soliti moog dissonanti e sognanti da battuta mista e ossessività zuccherosa e fiduciosa sinistra nel futuro. Il Potere ebbe la meglio e pensò per il pubblico che si alzava dalle sedie e lasciava la sala i Journey di Only Solutions. Lei accettò di buon grado e fu lì quando i master delle registrazioni si erano deteriorati cosi tanto da non poter generare l'agognata ristampa su CD: così ha provveduto personalmente a mettere i master in forno per restaurarli.

Ventotto anni dopo sta per uscire il reboot di Tron, Tron: Legacy e la Disney ha affidato la colonna sonora ai mie robot preferiti, i Daft Punk. Quando penso che abbiano ormai saturato il loro livello di figosità, spostano sempre l'asticella in sù di qualche metro. Per certi versi Wendy e i Daft sono molto simili: immaginario tecnologico futuristico rubigno ma non troppo e quindi pop. Nella colonna concedono entrambi alla moda dell'epoca, Wendy con gli sviolini magniloquenti disnei per le scene di azione e di bacio à la Julesetjim con bit di parità e i Punks con i mono-toni mono-liti alla Inception del Cavaliere Oscuro che in supersurround strombazzano per svegliare chi non regge alla maestosità. L'ovvio retrogusto è che la colonna sonora di Wendy ispirava una fiducia serpeggiante, mentre i Daft rendono un senso di oppressione tale che il sovvertimento non potrà che essere epico e vano, pieno di beats granulati e derezzati, pronti per un seguito. Quando si liberano dalla necessità delle trombe però vengono fuori i sintetizzatori grindeggianti, i bit che ormai non sanno se dire sì o no e fanno da 64773r13 - il gioco è cambiato! -, il funk lento e sciocco game over di End Of Line, le papere derezzate. Solar Sailer così trattenuta esclama una e una sola cosa: i Daft Punk dovrebbero scrivere tutte le colonne sonore di tutti i film del mondo, di Avati, Kiarostami, Araki e Kitano. Nella seconda parte di Disc Wars gli arpeggi si intrecciano e folleggiano e i titoli di coda sono il richiamo pop scemo soluzione al fuori contesto dei Journey, keygrip, foley, thanks to the city of chattanooga col finale e le sedie ormai vuote. Sarà noiosa come una soundtrack pura, eppure è capace di raccontarti il film anche se non lo vedrai e non hai visto il padre e le moto vettoriali nell'82.

Nell'82 si aveva in mente che la comprensione popolare sarebbe passata per i template del videogioco. Un programmatore avrebbe dimostrato di essere stato derubato da un altro ingegnere e avrebbe avuto la meglio sul MCP. Oggi la comprensione popolare persegue le logiche del paesepiccoloelagentemormora su un gigapaese creato da un programmatore che giustamente ha fatto prima degli altri qualcosa che altri avevano pensato (com'è 1.0 rubare). Tron: Legacy uscirà a Natale in 3D, in IMAX,ma nelle nostre cuffie lo abbiamo già visto senza bisogno di occhiali*




*prima o poi dovrei decidermi a vedere il mio primo film 3D, visto che oggi ho visto Tron

5 commenti:

fede ha detto...

il 3d avrà successo solo grazie al porno...

mm1 ha detto...

che dici, edizione singola o deluxe?

mm1.

maxcar ha detto...

in termini di edizioni il mio unico grande pensiero attuale è il cerchione screamadelico (la deluxe di tron non è che sia tutto questo valore aggiunto, ma non costa nemmeno poi esageratamente)

mm1 ha detto...

io devo ancora farmelo piacere, screamadelica, mmbuh.

- sì sì, ma anche 7 euro risparmiati, come direbbe mio zio, sono 7 euro guadagnati :)

Belguglielmo ha detto...

Non ho capito [quasi] nulla. Ma si inforna semplice o al cartoccio?