2.12.04

Let's get lost


Ipnotizzato. Per quanto possano avermi colpito i vari Picasso, Cezanne, Matisse, Renoir e via dicendo, all'Hermitage vengo accalappiato da un accademico francese e da due sue donne. Resto per minuti interi imbambolato davanti a due quadri di Delaroche che non hanno rivoluzionato, che non hanno detto 'ehi, io sono il quadro che cambierà la storia', due quadri che poteva avere tua zia a casa, quella zia che quando da piccolo la salutavi, odorava di cipolla e ti regalava caramelle alla cannella a forma di corallo azzurro.

Henrietta è un bel nome. Henrietta è il nome di Henrietta Sontag e nel suo ritratto mi attraggono i particolari contrastanti del viso. Gli angoli della bocca accennano un sorriso mentre il labbro inferiore è proteso in avanti come quello che sta per scoppiare in un pianto a dirotto. Le palpebre sembrano serene, ma gli occhi sono opachi di lacrime. Il suo viso è passato, gli occhi enormi.



La giovane martire riposa nel lago di Tiberiade. Il quadro mette da parte il sacro, l'aureola è un cerchio per capelli che galleggia vicino al corpo. Niente violenza, niente santità, solo tranquillità e i resti di una sensualità che galleggia sulla superficie dell'acqua, nei suoi capelli rossi sciolti e ancora ricci. Le sto davanti per minuti, mi ispira le canzoni dell'ultimo Elliot Smith e la fine della bellezza. Lei diceva «Per favore, rimani», io le rispondevo «E tu non andare giù, stai con me». I rumori del lago erano in sottofondo a Twilight, mentre mi allontanavo, senza distogliere lo sguardo.



1 commento:

Anonimo ha detto...

questo quadro è stupendo e finalmente ho anche trovato una spiegazione...l'ho visto dal vivo al Louvre...prima nn lo conoscevo..sn rimasta per due ore a fissarlo..è stupendo e reale..l'acqua sembra vera..