11.12.05

Il pericolo è il loro mestiere


Ho ascoltato Mr. Beast il nuovo Mogwai in uscita a Marzo 2006, o meglio un promo ancora incompleto con una canzone che si sente male e soprattutto privo del finale che pare essere pezzo chiave come in Young Team. E gran parte del disco si richiama a quei giorni senza però abbandonare le ultime recenti aggiunte (voce in vocoder e uso di melodia minimale-circolare per piano/tastiera), alternando il basso profilo col vorrei-ma-ormai-quasi-più-non-posso dell’epicità rumorosa. In I Chose Horses, che sembra uscito fuori dalle sessioni di Happy Songs For Happy People, la voce tronica scorre in parallelo con un recitato in giapponese di Tetsuya Fukagawa degli Envy mentre correda Craig Armstrong al piano/tastiere. E poi titoli su cibi acidi, serpentoni scozzesi, morte del folk 95 e pericolosità del viaggio: grande utopia dei nostri tempi solo recentemente scalfita quella che il viaggio sia ormai addomesticato e non porti più conseguenze, pericoli con sé. Nei nostri viaggi non è più ignota la destinazione, non è più ignota la modalità, eppure io continuo a pensare quello, che ogni viaggio sia pericoloso, anche indirettamente, nel suo cambiare i rapporti chilometrici tra cose e persone. Al di là delle inquietudini che lo percorrono (e con i punti ancora interrogativi sulla parte mancante), Mr. Beast altro non è che un disco dei Mogwai, con tutti i suoi lati buoni e cattivi, col suo mestiere che a volte può risultare noiosamente meta-ripetitivo e con i soliti sprazzi che vengono fuori in una mattina piovosa e grigia come questa.

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