2.12.05

Ritorno a casa


La ragazza lascia Theon Weber, lo abbandona letteralmente in un parcheggio vicino casa di alcuni suoi amici. Dorme lì e la mattina dopo torna a casa scalzo e mentre mette il piede su un sasso appuntito parte un disco. E scopre lì il suo senso, God take care of the little things. (Non sapevo che si potessero fare le similitudini sui sentimenti amorosi chiamando in causa i Throbbing Gristle)

Il sottoscritto a settembre ordina dei cd a prezzi vantaggiosi dal negozio di abbigliamento pubblicizzato dalla nota webzine. Il pacco non arriva, mai, per colpa di un disco. Le copie del disco sono inspiegabilmente finite e perciò si deve ordinare un’altra copia che dal Regno Unito attraverserà l’oceano per essere messo nel mio pacco e poi a ritroso per tornare da me. Passano mesi, mail in cui io mi lamento e le cui risposte sono affidate ad una grafomane chiamata Madeline che mi consiglia di usare il burrocacao quando fa freddo, e il pacco arriva mentre sono a Torino, un po’ ammaccato. Dentro c’è di tutto: oltre ai cd ordinati, nel pacco c’era anche una cartolina dei Sigur Rós con scuse vergate a mano, Plans e Return The Gift anche se non li avevo ordinati, due sampler (Dim Mak e Polyvinyl), adesivi vari (Giant Drag e altri che non ricordo), un buono sconto del 10% e alcune spillette gustosamente orribili (Datsuns, The Music e una sulla liberà d’espressione). Il disco che non voleva arrivare era l’unico privo di cellophane, lasciandomi intendere che forse qualcuno lo ha preso dalla propria collezione e me lo ha inviato, in attesa che arrivasse l’altra copia fantasma. E, in quel momento, ho pensato che agli economisti sfugge il concetto di capitalismo twee.

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