Non ho mai amato l’abitudine che hanno certe persone di apostrofare gli appena conoscenti con il nome di battesimo. Non ho mai amato i cantanti che quando fanno un disco solista lo intitolano con il nome di battesimo. Penso queste cose accingendomi al primo ascolto di Jarvis. Però Jarvis entra in questo ufficio, si siede al piano accanto al plotter e mi canta un “Cosa resterà di questi anni Novanta” che gronda di altri quattrocentotrentatrè “Cosa resterà”. Don’t believe me if I claim to be your friend, dice, I will kill again. Speriamo, Cocker.
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