[Giovedì sera]
L’uragano, il ciclone o quello che è stato tocca Londra solo in minima parte, giusto per spostarci un po’, mentre camminiamo all’ora di pranzo ancora beati dell’effetto colazione inglese preparata dai nostri albergatori agrigentini, e per creare delle magnifiche nuvole sullo sfondo delle nostre barb-osissime foto da turisti. In serata tutti parlano del barb-osissimo affare Shilpa. Domani Giovanna Newsom suona al Barb-ican e tutto torna e tutto è esaurito. Certo non avrei sentito lì per la prima volta Ys tutto insieme. Questa settimana non ci sarà la serata indie Spiral Scratch e quelle di How does it feel e dello Scala sono tutte di sabato. Così ripariamo verso Hoxton, dove arriviamo dopo due o tre richieste di informazioni. Io a Londra ero stato solo una volta a metà anni Novanta per la gita del liceo e forse allora Hoxton nemmeno esisteva, o io non ero addentro in giri che contemplavano Hoxton come terra promessa. Io quando mi hanno trascinato all’Hippodrome a ballare The Hotstepper ero stato prima solo altre due volte in discoteca (ovviamente in altre due gite…) e volevo andare a sentire la drum’n’bass. Forse ora l’Hippodrome non esiste nemmeno più, o almeno non mi è sembrato di notarlo a Leicester Square.
A Hoxton chi vive nei loft non ha le fisime di mia madre e delle sue tende antiproiettili e abita in vetrina, concedendosi al massimo delle trasparenze studiate e ancora più attira-sguardi. Poi sono sicuro che quando vogliono anche loro, premendo un tasto nascosto, fanno scattare dei broccati d’amianto semoventi. Per intanto però si esibiscono mentre preparano il loro terijaky beef, il cui odore non si sentirà nemmeno nel loro sterminato mono-ambiente, e figuriamoci se arriverà a contaminare la sterile White Cube.
Comunque non siamo andati a Hoxton per colmare le mie lacune socio-architettoniche, ma per una serata indie alquanto composita: sul palco i Noah And The Whale, Laura Groves ed Emmy The Great, a fianco delle tizie vestite in abito anni Quaranta che dovrebbero distribuire delle torte e delle paste fatte a mano (astenersi ironici technoidi) e di seguito un dj set di alcuni ragazzi della serata indie Young Turks, che pare non sia male. Il terijaky beef ci fa saltare i Noah che comunque recupereremo come turnisti per Emmy. Le tizie anni Quaranta tirano fuori delle merendine dalla plastica e mi comincia a venire il dubbio che rifilino le robe del minimarket ai babbioni ciuffi, o ai ciuffoni babbi che dir si voglia. Laura Groves intavola un onesto miniset da cantautrice alternandosi tra tastierina e chitarrina, ma è troppo ina ina per far colpo sul mio cuore ormai inaridito, inacidito o forse solo inamidito da tutti i recenti ascolti. Per inciso i ciuffoni babbi sono tutti tra i quindici e i diciassette anni, ma anche quelli sul palco danno quest’impressione.
Terminano i Decemberists dell’intermezzo per il cambio strumenti, sono le nove e mezza ed Emmy sale sul palco, accompagnata dai tre liceali di cui sopra. L’Hoxton Bar and Grill è stipato, tra l’altro per metà da suoi amici a cui dedica le canzoni. Le sapide dissonanze tra la forma quasi tristanzuola delle canzoni e i loro oggetti mi conquistano ancor di più del suo delizioso viso (vabbé, non è vero, chi ci crede). Nel silenzio scoppiano le risate quando menziona bagni e mal di stomaco quando-penso-a-te. Introduce pezzi nuovi, ma per me lo sono tutti, e poi prima del finale chiama pure sul palco per un duetto il per me insopportabile cantante dei Guillemots, fino a quel momento infrattato tra i sedicenni. Sui timidi applausi per l’ultima canzone, i dj gettano come una colata di cemento il vecchio singolo dei My Chemical Romance che funziona peggio di un manganello. I sedicenni se ne scappano forse anche perché il giorno dopo c’è scuola e alle undici meno un quarto la sala è già semi-vuota. I roadie sono dei rasta, ripenso ai roadie metallari dei concerti indie di due-tre anni fa e mi chiedo se tra due-tre anni ci saranno dei roadie per concerti indie con le camicie di flanella. Il dj set sale di poco di tono e allora la chiosa divertente della serata è Emmy che ritorna con i soldi e distribuisce la paghetta agli altri sedicenni compagni di palco. Noi intanto impariamo la lezione che a mischiarti coi sedicenni in settimana, finisci in albergo a dormire prima di mezzanotte.
[Venerdì sera]
C’è appunto Giovannona in teatro. C’è una festa dell’NME con gruppi dal vivo e, immaginiamo, altri sedicenni. C’è una cosa tra l’indie e il post-rock, c’è Mad Professor in un pub, c’è il dubstep a Brixton. C’è Switch+Sinden+Radioclit al Fabric con la sala due in mano ad Adam F e ad altri dj drum’n’bass. C’è che camminiamo da due giorni e dobbiamo preservarci in vista della serata campale di sabato. Così conquistiamo un tavolino in un pub di Soho dove la musica sfugge ogni tentazione modaiola e per un momento mi interrogo su come riescano i londinesi a sopravvivere ad una simile offerta e poi ad avere anche il coraggio di popolare i festival estivi. Poi però razionalizzo e capisco che il problema sarebbe solo mio, se vivessi lì. Alle dieci tutti già barcollano verso altre direzioni e io penso che le ale sono troppo sgasate per piacermi, ma continuo a ordinarle perché hanno nomi come Adnan’s London Pride. E Adnan’s era un pezzo degli Orbital che nel 1996 non mi dispiaceva.
Adnan’s - Orbital
4 commenti:
No, Emmy non sta assumendo ormoni. Se in streaming la sua voce vi sembra più bassa di come dovrebbe, sappiate che è colpa del transcoding, visto che ho messo su una versione a bassa qualità
anche noi giovedi venerdi e sabato a londra. Noi uragano preso in pieno, con volo da film. 3 tentativi d'atterraggio, panico, lacrime, grida e vomito.
Giovedì sera al Buffalo Bar per il festival di Artrocker (3 gruppi, io esaltato per gli Xerox Teens che ti consiglio). Venerdì anche noi decompressione al pub (ma non a Soho ma a Camden). Sabato pub a Soho e serata alla Scala. Ci saremmo potuti incrociare dieci volte. Stammi bene
pensa che venerdì meditavamo di abbandonare la sovraffollata Soho per un pub a Camden (i.e. più vicino all'albergo). Il pub di sabato invece è stato subito accanto al The End
come sono stati i Metronomy?
non li abbiamo visti perchè avevamo il checkin dell'aereo alle 5 di mattina della domenica. voci di corridoio davano anche i klaxons a partecipare con metronomy...
noi come albergo eravamo a victoria station con finestra interna a tipo 6 metri dallo scorrere continuo e inesorabile dei treni. che si fa per risparmiare...
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