30.11.07

Cassando Cassy

Avanti con la fiera del pregiudizio. Ci sono delle persone che ti sembrano delle belle persone senza che tu le conosca. Non ho deciso ancora perché secondo me Cassy Britton sia una bella persona. Comincio a credere che sia una questione di bilanciamento tra il suo aspetto e quello che fa/dice/rappresenta nella vita. I miei canoni estetici sono altri, eppure quelle foto accovacciata mentre scartabella tra i vinili o con l’aspetto della quotidianità nel negozio di dischi Hardwax dove lavora a Berlino rendono meglio l’idea delle mie parole. Cassy ha venduto, cantato, suonato, mixato. Stasera però non andrò a sentire il suo dj-set. Per quanto ammirato, per quanto ci sia la possibilità che suoni anche qualcosa che mi piaccia, questa settimana ho ascoltato il suo Panoramabar Vol. 1 dell’anno scorso e per quanto ammirato (dalla fluidità tecnica) e per quanto abbia suonato anche qualcosa che mi piace, ne sono rimasto deluso. Non so se mi abbia più annoiato il flusso minimale o se mi abbia più infastidito come gli inserti di deep house colassero una glassa fighetta sul tutto, persino sul sublime funereo di Blood On My Hands di Shackleton. La scelta, in chiusura, di linkare due pezzi in cui lei canta potrebbe essere riduttiva, quasi da farla sembrare la Sade della scena techno berlinese. Per me però tale definizione è un complimento, e so che lei apprezzerebbe.


Smile And Receive (Richard Davis Rework) - Swayzak and Cassy
Easy Lee (Cassy Lee Mix) - Ricardo Villalobos


28.11.07

Ragione per comprare un vocoder numero 63

Ma il vocoder, oltre a consentirmi di eseguire in maniera appropriata Digital Love mentre faccio la barba, funziona anche come giubbotto anti-proiettile per proteggersi dai puristi e dai clan rivali?

Sensual Seduction - Snoop Doggy Dog
Sensual Seduction (video) - Snoop Doggy Dog

23.11.07

La dura legge del gol fantasma

Inghilterra e Germania erano ai supplementari, due a due. Finale dei Mondiali del ’66, a Wembley. Il tiro di Geoff Hurst colpisce la parte bassa della traversa e poi scende giù verso la linea di gesso bianco. Il pallone torna indietro e un difensore tedesco lo spazza via di testa. Non c’è la poesia distillata del rallenty, ma solo tre colpi in rapida sequenza e una decisione da prendere. L’arbitro corre dal guardalinee russo e il guardalinee russo chiama con fermezza il gol. Geoff Hurst segnerà ancora e l’Inghilterra vincerà il suo unico mondiale, ma negli anni tutti continueranno a parlare del gol fantasma e del guardalinee russo. Il guardalinee russo in realtà era azerbaijano. Gli hanno anche intitolato lo stadio della capitale Baku.

Russian Linesman, ovvero Jamie Boyer, è inglese e gravita intorno alla Tide Pool, etichetta/cricca canadese col mito culturale della Border Community di James Holden, dedita secondo le proprie parole ai pensieri completati a metà, al ballo e allo shoegazing in ugual misura, a volte contemporaneamente. Il pallone batte sulla legna della traversa e poi solleva la polvere del gesso da terra. Dopo torna indietro e resta sospeso a metà: decisioni sbagliate, ma da prendere. Come il suo meraviglioso set Live Laptop Fishing, dove parte trasognato sulle parole di Lord Byron, accresce di pulsazioni electro la sua ambient, passa per le voci dei Beastie Boys con cui approda al suo lato più danzereccio, celebra il Maradona dei Mondiali americani e chiude col meraviglioso Woody Guthrie di Ranger’s Command. Il suo prossimo singolo uscirà per l’italiana Undercut con remix di Margot, Cristiano Pugliese e Sandro Russo, insieme (guarda te) ad Avus della BC. Il guardalinee russo, intervistato in seguito, disse che per lui non era un problema se la palla avesse superato o no la linea di porta. Lui credeva che la palla non arrivasse dalla traversa, ma dalla parte superiore della rete.

Live Laptop Fishing - Russian Linesman
(60 minuti live, ma meritano. Tracklist con errore sul pezzo finale qui)
Gerður - Russian Linesman
Gerður (Betamax Warriors Soup Kitchen Hoe-Down) - Russian Linesman
Bonus Track? Nathan Fake secondo me tiene problemi di cuore:
Screaming In The Trees (Arab Strap Cover – Lo Fi R.I.P.) - Nathan Fake

20.11.07

Il suo nome è Donnacha Rosa


Opal Sessions Unreleased - Donnacha Costello
Cocoa B (CD Edit) - Donnacha Costello


Niente tempo per scrivere, a mala pena per qualche gioco di parole. E poi sono tremendamente indietro. Per esempio non sapevo dell’esistenza di discoteche frequentate da minorenni al sabato pomeriggio. Cazzo, magari ci sono anche quelle indie in cui i sedicenni ricordano con nostalgia come erano belli quei tempi in cui a tre anni* si passava la giornata cercando di raggiungere api di plastica col sottofondo di un carillon. E poi forse dovrei fare come la BBC e assumere dei poliziotti di provincia dall’accento pesante come consulenti sulle tendenze della dance e della musica elettronica: ci sta questo ggenere nuovo chiamato ‘o besslain che provoca la droga, alcolismo e risse e forse dovremmo proibbire i computèr che lo fanno. Tz, di cosa sono capaci gli inglesi per creare hype attorno alle loro cose.

* no, non tre mesi, tre anni

15.11.07

Barzellettieri SuB-Ari (Ti farò male più di un colpo fuori porta)

Quasi tutto il mondo: dicesi concerto segreto (‘secret gig’ per chi sa le lingue) un concerto che avviene senza preavviso o in data non nota o in luogo sconosciuto, possibilmente in un locale abbastanza piccolo da rendere il concetto di esclusività. L’ultima volta che sono andato a Londra i Babyshambles ne hanno tenuto uno in un pub finto irlandese di Camden.

Da queste parti: concerto di band un po’ alla frutta che cerca di darsi un tono, del quale si sa la data e il luogo e che si terrà in un locale di media grandezza dove per quella serata inspiegabilmente è stato annullato (tre giorni prima) il concerto di band italiana più giovane e un po’ alla scimmia.

13.11.07

Nessuno di voi vedrà mai quando fingemmo i momenti salienti della festa del mio quarto compleanno perché il fotografo aveva poco tempo a disposizione

Baby Girl (On Film)

Il nuovo disco dei Duran Duran, Red Carpet Massacre mi ha strappato diversi sorrisi stamattina. Immaginavo una festa VIP in cui tutti si presentavano con vestiti uguali ed erano contenti per questo e, anzi, facevano a gara a chi era più uguale degli altri. Com’è che non hai anche tu il tichitichitichità sulla bretellina, mon dieu. A parte gli scherzi, la produzione varia più di quanto mi aspettassi. I Timberland forniscono un clone da Futuresex/Lovesounds e c’è il Timballo™ dei più classici qui sotto dove i Duran Duran sono trattenuti con briglie e redini, certo, ma in Zoom In Mosley produce un pezzo del gruppo, invece di prestare il solito template. Justino in Falling Down scimmiotta, incrociando nel prescindibile singolo Under The Bridge e Come Undone e il resto è affidato a Danja, braccio destro di Timbu a cui dobbiamo l’urlo metal in secondo piano nel nuovo singolo della Spears. Danja le prova tutte: asseconda la band, ricopre di miele la ballatona, recupera i synth del capo (Sexyback, The Way I Are, Tempted), imbastisce uno strumentale horror (la Phantom dei Duran Duran?) e produce la title-track come se fosse un remix dei Soulwax del 2002 per DJ Shadow. Con razionalità sarebbero tutti da ricoprire di insulti, ma sto ancora ridendo. (Vabbé, perché poi ho preso la tangente e ho immaginato una fiction RAI sulla vita di Timbaland)

Red Carpet Massacre - Duran Duran
Skin Divers - Duran Duran and Timbaland


5.11.07

Tell me I belong

Altri vi spiegheranno il nuovo disco di Burial. Magari ve lo faranno amare. Io mi sento in dovere di segnalarvi Archangel. Archangel è una canzone d’amore e il suo testo dice più o meno “Mentre ti amo, mentre ti bacio, dimmi che ti appartengo”. A leggerlo viene da ridere, ma mentre senti scorrere i brividi lungo la schiena ti chiedi dove sia il trucco. Forse sta nei contrasti, nella tenerezza che sgorga su un beat che fugge, nelle luci e nei riflessi mentre intorno è buio, nelle alte frequenze nitide della voce mentre il resto del mondo è sepolto sotto l’asfalto. Secondo me invece è per via di quella voce. Stirata e compressa, velocizzata e in moviola, alta e bassa, secca e riverberata. Quella voce è insieme uomo e donna, bianca e nera, triste e felice, innamorata e abbandonata. Burial osserva la città che si ama dalla prospettiva dell’escluso e la racconta nella maniera più commovente per me, ovvero girando delle manopole.

Archangel - Burial



3.11.07

Techno-dolcetto o electro-scherzetto?

La festa di Halloween è giocata molto sul concetto dei ‘pretesti ribaltabili'. I bambini indossano un immaginario oscuro come scusa per fare incetta di caramelle o spargere in giro un po’ di farina, schiuma da barba o uova marce. La Chiesa Cattolica prende di mira l’egemonia culturale del Lato Oscuro Della Forza nel disperato tentativo di affermare la sua che ormai vive di riflesso. Il nero dei mantelli diventa l’arancione delle zucche e il colore dei dolcetti e degli scherzetti. Anche in musica funziona così. Ad Halloween non si può non organizzare una festa incentrata sul decennio più dark del Novecento. Il che è un pretesto, visto che una settimana sì e una no questi fanno una festa anni Ottanta, ed è ribaltabile visto che si parte con il mantello nero e si finisce, se va bene, in una Night Version di Girls Of Film o, se va male, in quel misconosciuto pezzo chiamato Tainted Love. Non so se per caso o per scelta, ma qualcun altro qui a Bari invece ha messo su una proposta sulla carta non immediata ma azzeccata: i Pan-Pot live che presentano Pan-O-Rama, primo LP sia loro che della Mobilee di Anja Schneider.

Ero però un po’ indeciso. Il disco dei Pan-Pot ha ricevuto impressioni benevole, ma mai convinte fino in fondo. Per riassumere, immaginate il tipico pezzo dei Pan-Pot come una combinazione di techno minimale (struttura e parte dei suoni), funk (soluzioni ritmiche) e immaginario oscuro (voci, toni e rumori di (spro)fondo). Ce n’è per scontentare tutti, essenzialmente perché siamo settari e l’elemento che ci interessa è sempre circondato da altro: per sculettare sui bassi cinetici o sugli hat saltellanti, bisogna attendere tre quattro minuti di costruzione ciottolosa; i minimali storcono il naso davanti alla piega grassa che questi ciottoli prendono; la tensione delle atmosfere è paragonabile nei momenti migliori a quella di un Eraserhead on the dancefloor, ma a volte il minimalismo tende ad annacquare la suspense e in altre il ballo la rende meno credibile, quasi come una maschera di Halloween. Il terrore era (visto che ovviamente parteggio per il loro funk in tensione profonda) che prevalesse il mio lato meno preferito. Oltre il fatto che nelle foto promozionali i due si sono fatti fotografare come due avanzi del programma di Maria De Filippi.



Beh, scherzavano. Tassilo Ippenberger e Thomas Benedix sono due nerd cazzoni fin dall’aspetto. Uno dei due ha un notebook con l’adesivo “Wasted German Youth” sopra e indossa una maglietta dei Motörhead, ma non alla maniera delle magliette dei Kiss e dei Metallica indossate dai modaioli all’epoca dell’elettrocash alla ricerca di un banale effetto spiazzante: lo guardi e pensi che davvero si è ascoltato il gruppo di Lemmy in cameretta per tutta la sua adolescenza (escludo aggettivi per non cadere nel luogo comune) o forse anche mentre preparava la borsa per Bari. Dal vivo si presentano in formazione Mac + Pc, ma non passano il tempo a spippolare sugli effetti come gran parte dei dj minimalisti. Asciugano, anzi, le loro tracce dagli intro minimali con mia somma soddisfazione. Fanno partire come terzo pezzo il loro attuale e abbastanza acclamato singolo Charly, quello col basso arpeggiato ascendente e il vocione che biascica di droghe chimiche: in un concerto nessuno si sognerebbe di suonare quasi in apertura uno dei suoi titoli più noti, ma nel mondo della dance succede anche che uno dei tuoi lavori più apprezzati sia un pezzo che costruisce un’atmosfera e che quindi il suo luogo naturale non sia il culmine al centro o alla fine, ma la sezione iniziale. La prima parte è così incentrata senza posa su un flusso andante dei riff e dei groove di Pan-O-Rama, col momento migliore in una Ape Shall Never Kill Ape che fa a meno del borbottio iniziale sulle dodici scimmie e viene dritta al sodo della sua techno metallica e dindondante.

Intanto i due partono per la tangente, ridono, scherzano e si divertono a indossare il cappello da strega che viene offerto dalle prime file. Il passaggio verso la seconda parte del live, incentrato sui pezzi altrui, è segnato da una mastodontica Acid Bells di Efdemin. A me piace, ma l’avevo sempre considerata un po’ la figlia minore di altre Bells: i rintocchi metallici trattenuti e filtrati e insieme sparati in potenza che poi si sciolgono in un magma scoppiettante sulla pista sono uno spettacolo di portata vulcanica. Da questo momento il set assume toni esplicitamente festaioli e saltellanti. A pretesti ormai ribaltati sovreccitano la folla con un inno pre-finale: ora, non ho la lucida certezza per essere sicuro della mia impressione del giorno dopo, ovvero che si trattasse di Darko dei Booka Shade, ma ricordo di sicuro di aver dato di matto e di aver sottolineato vocalmente la linea melodica di basso sintetizzato. Coi sorrisi stampati sulle facce, gli ultimi tre pezzi sono serviti solo a mantenerne vivo l’eco e a convincermi che anche in questo caso gli squali ipnotizzati, le dodici scimmie, le canzoni chiamate coi numeri e le fusioni nere sono solo un pretesto per poi chiedere: dolcetto o scherzetto?


Ape Shall Never Kill Ape - Pan-Pot
Acid Bells (Album Version) - Efdemin