5.11.04

3 A.M. Eternal


- Tutte le cose belle finiscono
- Sì, ma quando cominciano?


Sono andato a vedere l’ultimo spettacolo dell’ultima proiezione di Eternal Sunshine Of A Spotless Mind. Sembra una cosa pensata ma è solo un caso. Sarei dovuto andare ieri ma in Via Giannone c’era un pub, una scuola di balli caraibici, una concessionaria, non il cinema Piccolo. Ho scoperto oggi che la Via Giannone del cinema Piccolo è la Via Giannone che sta nei pressi del lungomare vicino casa mia, nella frazione di Santo Spirito. Il lungomare è finalmente autunnale e forse facevo meglio ad andare in macchina. Il titolare del Piccolo di Via Giannone in Santo Spirito è la Parrocchia dello Spirito Santo ed è strano perché pensavo non esistessero più parrocchie proprietarie di cinema. Comunque sia, non hanno tagliato il film e Il Piccolo è piccolo, nonché semivuoto.

Jim Carrey è invecchiato. No, non potete farci anche questo. Ha un pigiama uguale a quello di mio padre e uno sfregio sulla macchina antisimmetrico a quello sulla mia. Mi sono ripromesso di evitare ogni possibile visione autocoinvolta ma se partite con una disquisizione sull’aggettivo ‘carino’, come si fa, cari(ni) miei? L’inizio ha la grazia di un primo incontro, minima e svuotata di particolari. Eppure come in tutti i grandi primi incontri tutto è già (stato) lì. Dopo lo stacco dei titoli le immagini seguono le evoluzioni della sceneggiatura, la assecondano e la allontanano dalla freddezza di un esercizio di stile (Adaptation?): la confusione nervosa, la rimozione del ricordo che passa per il ricordo e poi l’esplosione giocosa della lotta di Joel e Clem contro la memo-gomma. Il tutto passando per inaspettati inserti di genere (la sala d’aspetto, espediente alla Beetlejuice. Uno strano incrocio tra la serie B di Linea Mortale e quella dei film coi ragazzi lasciati soli in casa che ballano in mutande. Gli anni Sessanta invischiati di regressione. Le situazioni dei film d’ammore. La spiaggia. Il letto. La neve. Il letto sulla spiaggia con la neve).

Nell’intervallo è partito lo show del commento alle mie spalle. Due coppie, le due ragazze chiacchieravano:
- Mamma mia, sembra di stare in un incubo. Soffocante.
- Quindi bello?
- Scherzi, non vedo l’ora che finisca.
- Io lo trovo stupendo. Anche un po’ per quello.
- E poi che c’entra la canzone di Zucchero?
- Ma non è Zucchero.
- Già, è un ubriaco. (NdBR: qui volevo alzarmi e stringerle la mano per aver dato del sobrio a Zucchero). Chissà *a chi* ha copiato questa volta.
- Forse questa volta ha fatto la versione in italiano.
- E comunque è troppo scuro. Tutto questo blu.
Le due si sono conosciute sicuramente in quanto i loro ragazzi sono amici.

Forse è anche un po’ ruffiano perché racconta di quanto dobbiamo/vogliamo/possiamo chiudere col passato e delle debolezze e dei difetti, di quanto ci piacciano in noi e negli altri e di quanto siamo disposti a sopportarle. Ma sto per andare sull’emotivo e citare le parole. E allora mi dico che Eternal è un film molto bello, misurato anche quando deborda ma guizzante. E però ha un finale carino, nonostante tutto. Le due coppie dietro rimangono per vedere chi era l’ubriaco. All’uscita hanno tolto il manifesto del film e non ho avuto bisogno di coprirmi gli occhi come altri mi dicevano di fare. Lo hanno sostituito con un altro, la targhetta OGGI sopra, ma non ricordo quale fosse.


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