26.8.05

Rilkean Grace


Einzig das Lied überm Land
heiligt und feiert.


Ho sempre avuto un debole per Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins, e non solo musicale. Più o meno a metà anni Novanta mi immaginavo perso in interminabili discussioni con Liz, io in silenzio e lei che pronunciava parole inesistenti con gli occhi spalancati, fissi e senza battiti. Dopo un po’ saremmo diventati familiari e lei mi avrebbe fatto sentire la sua voce senza riverberi. Avremmo forse anche sentito Grace di Jeff Buckley insieme, lo consumavo all’epoca.

Poi stamattina apro l’internet e trovo un gioiello a forma di fiore. Non è un fiore, non è sfiorito. È duro, così duro da arrivare fino a me. Ma più un materiale, meglio, una lega è dura, più diventa fragile, o almeno spesso è così. Elizabeth e Jeff si amarono forse per pochi giorni e a raffigurarmeli trovo quasi incestuosa la loro unione, quella della figlia putativa di Tim Buckley e della chanteuse con il pene. Non so nemmeno se si amarono a dire il vero, ma lui scrisse una canzone per lei, entrarono in studio e la registrarono insieme e la chiusero nei loro cassetti. Dal vivo fu eseguita solo una volta da Jeff Buckley.

Oggi quella canzone arriva a noi, passata di mano in mano e non aggiunta come unico inedito a una riedizione del passato. È una sensazione strana quella provata all’ascolto: la voce di Liz è nuda e senza riverberi come sognavo da piccolo, sorride all’inizio come quando ci si registra per scherzo su una cassetta, e alterna alla voce della sirena piccoli intermezzi che rendono la familiarità del contesto. Jeff Buckley prima si alterna con lei, poi le si sovrappone, diventa il suo controcanto prima di essere da lei raggiunto. Musicalmente sembra una canzone di Jeff Buckley che sembra una canzone dei Cocteau Twins che sembra una canzone di Jeff Buckley.

L’unico dubbio è quello di spiare una stanza altrui di nascosto, come un innamorato non corrisposto di entrambi, di quelli che non solo rubano la corrispondenza ma la leggono immaginandosi destinatari delle lettere e delle parole carpite. Mi chiedo se sia giusto nei confronti di Elizabeth, ma lì la questione riguarda un interrogativo irrisolvibile, se l’arte possa essere o meno privata. Che rimanga tra noi allora, All The Flowers In Time Bend Towards The Sun è stata portata alla luce e commentata in modo commovente da Low Noise (“santo subito!”). Abbiatene cura come di un gioiello prezioso, duro e fragile.

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