Nacho Libre è il tag team del regista di Napoleon Dynamite, dello sceneggiatore di School Of Rock, di Beck e Danny Elfman e di Jack Black, il Franco Franchi sovrappeso del cinema rock’n’roll. Un frate scandinavo-messicano sogna la fama dei luchadores (i lottatori del casereccio wrestling locale), la via per migliorare la condizione degli orfani del convento e per conquistare l’amore di Suor Encarnacion, una versione carina della Penelope Cruz di Tutto Su Mia Madre. La riuscita del tag team però è altalenante, tanto che sembra più un tutticontrotutti. Jared Hess confeziona un tributo all’estetica del cinema di lucha messicano degli anni Sessanta e Settanta (cfr. la serie con protagonista Santo, citata nelle interviste dallo stesso regista), ricreando perfettamente certe ambientazioni e facce (anche quando mascherate) con il tocco surreale e malinconico del precedente film. Alle trovate, visive e non, non corrisponde un pari controllo sulle altre parti: Black, quando non esagera con l’ormai solito armamentario, non copre i vuoti e i cali di interesse (soprattutto della parte centrale) suscitati da una sceneggiatura pessima, praticamente la copia carbone di School Of Rock con qualche peto in più. Il post-demenziale di Hess viene insomma sommerso e annacquato dalla convenzionalità del resto della cricca.
Persino la colonna sonora è un tag team troppo composito e vittima di scazzi: il regista vuole Beck, che si vede cassare dalla produzione alcune canzoni; la produzione chiama Danny Elfman che al posto di scrivere qualche pezzo compone una colonna sonora completa che finirà solo in parte nel film; a quel punto il regista si impunta e non vuole che Beck sia rimosso dai credits, ma altrettanto fa Elfman che chiede di non figurare più nei titoli del film (Batman-Prince-Elfman anyone?), e via così fino all’accordo finale. In più, accanto a pezzi notevoli come il tema alla Oliver Onions di Religious Man del gruppo messicano anni Settanta Mr Loco, figurano inspiegabilmente pezzi brasiliani come Irene di Caetano Veloso o una cover di Bat Macumba. Infine non manca il solito spazio per il meta-rock di Jack ‘Tenacious D’ Black, che nel pre-incontro finale intona una canzone ad Encarnacion che scatena l’ovazione della sala. E che, per carità, fa ridere ma fa anche sorgere il dubbio con tutto il film che il nuovo John Belushi stia lentamente diventando il nuovo Robin Williams.
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