Frammenti
Rifletto sull’inutilità dei gesti. I segni della rottura propagano le loro venature in maniera circolare e poi sempre più irregolare. All’automobile davanti almeno hanno rubato l’autoradio, a me non hanno rubato nemmeno i cd che si accumulavano distratti nel portaoggetti. L’autoradio integrato è come un cuore che non riesci a spezzare. Penso ai fastidi dei prossimi giorni, ma i problemi sono quelli del momento. Quando il finestrino del lato passeggero è rotto, di notte il freddo non arriva dal lato che ti aspetti. Arriva dal lato opposto, quello sinistro, quasi dalle spalle. È una questione di aerodinamica, mi hanno detto.
Quando la mattina dopo devi liberare l’auto dai pezzi di vetro che sono finiti dappertutto ti accorgi che più grandi sono i frammenti, più facile è prenderli e gettarli nel sacchetto, se non hai l’apposito aspirapolvere. I più grandi non si erano nemmeno staccati dalla portiera e li avevi gettati via la sera stessa. I medi, volendo, li puoi prendere anche con le mani. Per i più piccoli devi ingegnarti, fogli di carta dimenticati nel cruscotto diventano utili palette instabili. Dopo un’ora credi di aver messo tutto alle tue spalle, ma quando passi la mano sul velluto azzurro scuro del sedile rimangono sulla mano delle piccole schegge che nemmeno riesci a vedere. Le togli con l’altra mano e ti rimangono delle piccole puntine di sangue.
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