in circolo chiuso in
I blog musicali e il loro linguaggio. L'Observer affronta la questione delle parole con cui quotidianamente i blogger di lingua inglese descrivono ascolti e visioni. La ricchezza linguistica e la libertà dai lacci e lacciuoli del referente spesso trascendono nel linguaggio da iniziati e nel riferimento astruso. Aggettivi inventati, tormentoni, l’incipiente e gravosa presenza del personale a nascondersi dietro ogni angolo. Tutto ok finché si scrive per gente che non deve comprarti, dicono sul giornale. Però, come emerge dall’intervista a Sasha Frere-Jones, che scrive in maniera autocontrollata sul New Yorker e su altre testate, il sogno egotico di chi scrive così è l’infezione del media classico. Al solito uno dovrebbe imparare dall’altro, al solito quasi tutti perseverano nelle loro imperfezioni, tanto è la somma delle parti a offrire il miglior servizio.
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