9.1.06

Alt + Ctrl + Riot


Sto preparando un remix ad uso privato (leggasi tuttomio) di una nota band italiana rubando pezzetti di una canzone di una nota cantante oltre i quaranta e dannandomi perché questa o il suo duca secco non hanno ancora fornito una versione strumentale di tutto il disco. Nel frattempo vogliate gradire una piccola rassegna di cose su cui gettare orecchio e piedi.

Una delle caratteristiche principali dei testi dell’epoca electroclash era il feticismo, la celebrazione degli oggetti. Gli Schmoof rivisitano con ironia quel periodo in Chocolate Boyfriend, dove la cantante è afflitta da un dilemma epocale: amo il mio ragazzo, ma adoro la torta di cioccolato. Come fare allora? “Voglio un fidanzato di cioccolato” è la risposta. Esilarante e filologica.

Pare che una sensazione del 2006 saranno i The Automatic, ascoltati da Headphone Sex. Quello ai controcanti sembra Simon Le Bon, ma niente di che.

Per la pista da ballo più twee che possiate immaginare, abbandonate i vostri lavori giornalieri e scappate coi campanelli degli Happy Bullets a cavallo delle comete di Riding Meteors.

Discooo Discooo Oh. I Clor remixano ipercineticamente la Disco Fever degli Shit Disco. Temporaneamente su Stypod (originale su 20 Jazz Funk Greats).

L’angolo della demenza con un filo di acume è riservato a Bigmouth Snaps Again, in cui il controcanto pitchato della canzone degli Smiths diventa il ritornello di Rhythm Is A Dancer e viceversa.

Nell’attesa spasmodica della cover definitiva della rana pazza ad opera dei Kidz Bop, qui si immaginano scenari di devastazione della pista da ballo con la versione per coro di I Predict A Riot dei Kaiser Chiefs. Chiederei battimani e tutti urlerebbero “Riot! Riot! Riot!”. Mica come quella cosa moscia dei Mc Fly.

Circoli di piano sognanti ed escapismo dai quali non riesco a staccarmi: Maybe I’ll Hide With You dei Letting Up Despite Great Faults.

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